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SAN NAZZARO"Quel giorno Wojtyla mangiò solo una minestra, poi andò a riposare"

12.06.14 - 07:53
A 30 anni esatti dalla visita del Papa in Ticino, il ricordo del vescovo emerito Ernesto Togni: "In auto mi riempì di domande. E io che credevo di non essere preparato…"
Keystone
"Quel giorno Wojtyla mangiò solo una minestra, poi andò a riposare"
A 30 anni esatti dalla visita del Papa in Ticino, il ricordo del vescovo emerito Ernesto Togni: "In auto mi riempì di domande. E io che credevo di non essere preparato…"

SAN NAZZARO –  “Fu una giornata piena di emozioni, frenetica. Se chiudo gli occhi mi sembra ancora di vedere la grande folla, e i giornalisti che facevano a gara per strappare una parola a Papa Wojtyla”. Sono passati esattamente 30 anni da quel 12 giugno del 1984. Ma per il vescovo di allora, Ernesto Togni, alcuni ricordi sono ancora limpidi. Fu proprio l’88enne verzaschese ad accogliere, dopo vari secoli, per la prima volta un pontefice in Svizzera. “Andai a prenderlo all’aeroporto di Agno – dice Togni –, alle 10 di mattina. In auto, nel tragitto verso lo stadio di Lugano, mi riempì di domande. E io che temevo di non essere preparato, di non sapere come impostare la discussione…”

Periodo difficile - Ricordi sbiaditi che tornano a galla, fotogrammi di un’epoca che non c’è più. Il vescovo Togni, oggi ospite della Casa Cinque Fonti di San Nazzaro, racconta quell’incredibile momento con commozione. “La memoria ormai se ne sta andando – sospira con ironia –, ma le sensazioni sono ancora nitide. Quello per me era un periodo particolare, da qualche mese avevo grossi problemi di salute. Ero in difficoltà, ma cercai comunque di riprendermi per quella visita così speciale”.

Cinque ore intense - La messa allo stadio, la salita in Cattedrale, il pranzo insieme in Curia. “Tutto si svolse nel giro di cinque ore. Alle 15.30 il Papa era già pronto per volare verso Ginevra. Furono, tuttavia, cinque ore intense. Wojtyla era un tipo simpatico, scherzava volentieri. Ed era curioso, voleva sapere tutto sul Ticino e sui ticinesi. Io l’avevo già incontrato in altre occasioni e avevo già intravisto questi suoi tratti”. Poi un aneddoto sul pranzo. “Dopo circa un quarto d’ora si alzò dal tavolo per ritirarsi a riposare. Aveva mangiato solo una minestra. Mi colpì questa cosa. Ma nessuno chiese niente”.   

Augurio personale - Il vescovo Togni dipinge Giovanni Paolo II come un personaggio straordinario. “Aveva qualcosa di fuori dal normale. Ogni tanto, mentre eravamo in macchina, guardava fuori dal finestrino. Gli interessava tutto quello che vedeva”. Nella sua stanza, alla Casa Cinque Fonti, il vescovo emerito custodisce un documento particolare. “Un’immagine di Wojtyla con la sua firma. Me la regalò lui al termine di quel viaggio. Dopo la tappa ticinese, io lo seguii anche a Lucerna e nell’ultimo atto in Vallese. Era il 17 giugno quando Giovanni Paolo II spiccò il volo dall’aeroporto di Sion. E ho ancora in testa le sue parole. ‘Faccia attenzione alla sua salute’, mi sussurrò”. 

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