«Richiedenti d'asilo turbolenti: cosa intende fare il Governo?»

Lo chiede il granconsigliere Stefano Tonini, insieme ad altri nove deputati, in un'interrogazione focalizzata sul progetto pilota annunciato dalla SEM.
Lo chiede il granconsigliere Stefano Tonini, insieme ad altri nove deputati, in un'interrogazione focalizzata sul progetto pilota annunciato dalla SEM.
MENDRISIO - Dopo le interrogazioni di Piero Marchesi e Lorenzo Quadri al Consiglio federale, anche dieci granconsiglieri del Mendrisiotto* manifestano preoccupazione riguardo al progetto pilota della SEM per la gestione di richiedenti asilo «che adottano comportamenti sopra le righe». E lo fanno attraverso un'interrogazione al Consiglio di Stato ticinese.
«La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha annunciato l’intenzione di avviare un progetto pilota per la gestione di richiedenti l’asilo definiti “turbolenti”, prevedendo il loro collocamento in strutture speciali dotate di misure di sicurezza rafforzate, anche sul territorio del Cantone Ticino», premette il primo firmatario Stefano Tonini (Lega dei ticinesi). «Tale impostazione implica il mantenimento prolungato in Svizzera di persone che si sono rese responsabili di comportamenti violenti, gravi violazioni delle regole o reiterati problemi di ordine pubblico all’interno dei centri d’asilo».
«Considerato che la tutela della sicurezza pubblica e il rispetto dell’ordine e delle regole devono costituire una priorità irrinunciabile dell’azione dello Stato, l’accoglienza non può prescindere dall’osservanza delle leggi e non può tradursi in una tolleranza verso comportamenti violenti o antisociali», viene sottolineato. «Decisioni di tale portata non possono essere imposte ai Cantoni e ai Comuni senza un coinvolgimento reale e vincolante degli enti direttamente interessati».
Qui di seguito, dunque, tutte le domande rivolte al Governo ticinese:
1. Qual’è la posizione del Consiglio di Stato in merito al progetto della SEM che prevede la creazione di strutture speciali per richiedenti l’asilo violenti o recidivi, in particolare rispetto a una sua possibile applicazione sul territorio ticinese?
2. Il Consiglio di Stato ritiene che il mantenimento sul territorio di tali persone, anche in strutture speciali, contribuisca effettivamente a migliorare la sicurezza pubblica, oppure condivide la preoccupazione che ciò rischi di normalizzare comportamenti inaccettabili e di aumentare i costi a carico della collettività?
3. Il Consiglio di Stato sostiene il principio secondo cui, in presenza di atti violenti o gravi violazioni delle regole, la priorità debba essere data all’allontanamento dal Paese e all’espulsione, anziché alla creazione e al finanziamento di nuove strutture dedicate?
4. Quali azioni concrete intende intraprendere il Consiglio di Stato nei confronti della Confederazione per far valere questa posizione e per evitare che il Cantone Ticino venga ulteriormente gravato da scelte politiche che rischiano di compromettere la sicurezza e la coesione sociale?
5. In che modo il Consiglio di Stato intende garantire un coinvolgimento reale, strutturato e vincolante dei Comuni direttamente interessati prima dell’eventuale attuazione di misure che potrebbero avere ricadute significative sulla sicurezza e sulla qualità di vita della popolazione?
* I firmatari: Stefano Tonini (Lega dei Ticinesi), Daniele Caverzasio (Lega dei Ticinesi), Roberto Ostinelli (Helvetica), Andrea Rigamonti (PLR), Gabriele Ponti (PLR), Matteo Quadranti (PLR), Giovanni Capoferri (Il Centro), Gianluca Padlina (Il Centro), Maurizio Agustoni (Il Centro), Aline Prada (UDC).




