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La bimba con disabilità, i rumori che infastidiscono, l'ombra dello sfratto

R. ha una malattia genetica caratterizzata da disabilità intellettiva, problemi comportamentali e iperattività. Nonostante le precauzioni, si sveglia presto e... sveglia anche i vicini di casa. Così arrivano le lamentele. La madre, già sopraffatta, teme di perdere l'appartamento.
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La bimba con disabilità, i rumori che infastidiscono, l'ombra dello sfratto
R. ha una malattia genetica caratterizzata da disabilità intellettiva, problemi comportamentali e iperattività. Nonostante le precauzioni, si sveglia presto e... sveglia anche i vicini di casa. Così arrivano le lamentele. La madre, già sopraffatta, teme di perdere l'appartamento.

BELLINZONA - R*. è una bambina di 10 anni un po’ speciale. Non parla e, spesso, esprime le proprie emozioni con esuberanza. Ciò è dovuto a una particolare condizione — molto rara tra l’altro —, determinata dalla sindrome FOXP1, malattia genetica caratterizzata da ritardi nello sviluppo, disabilità intellettiva, deficit del linguaggio e problemi comportamentali come tratti autistici e iperattività. 

Una condizione che comporta per i genitori, che vivono a Sementina, tutta una serie di attenzioni particolari. E che purtroppo li sottopone quotidianamente a «incomprensioni, indifferenza e difficoltà», come racconta la madre, M*.

Una situazione, la loro, che di recente si è vista caricata di ulteriori preoccupazioni. «Abbiamo dei problemi con i vicini dovuti ai rumori che fa nostra figlia», spiega M. La bambina, in realtà, è fuori casa per la maggior parte della giornata: «Rientra verso le 7 di sera, e va a letto attorno alle 8:30. Per fare in modo che dorma prende delle gocce e delle pastiglie». Una sedazione, insomma. Che ha una durata limitata. «Capita che si svegli presto, anche prima delle 6», ammette la madre. 

C'è chi si lamenta - Nel tempo sono arrivate le prime lamentele. «Ogni gesto, ogni rumore improvviso, si è trasformato così in momenti di stress, di fatica. La nostra priorità è proteggerla, garantirle stabilità e serenità, ma a volte la società sembra girarsi dall’altra parte». «La convivenza — prosegue la madre — dovrebbe essere naturale e rispettosa, invece è diventata fonte di tensione. Non è facile spiegare a chi non vive certe difficoltà quanto ogni piccolo gesto possa incidere sulla nostra quotidianità».

Sentirsi sopraffatti - M. si sente sopraffatta. E teme un'imminente disdetta del contratto d’affitto: «Ci sentiamo ostacolati, giudicati, anche dall’amministrazione condominiale, che ci mette sotto pressione. Sentirsi dire che “non facciamo abbastanza” quando ogni decisione, ogni sacrificio, ogni scelta è fatta per R., è stato devastante».

«Abbiamo a cuore la loro situazione» - Immedesimarsi nel quotidiano di una famiglia che deve affrontare sfide così dure non è affatto semplice. Cristina Forner-Mazzoleni, direttrice dell’Immobiliare Mazzoleni che gestisce lo stabile, sembra però avere ben chiaro il quadro generale. E assicura di aver preso a cuore la vicenda: «La famiglia di R. vive lì da diversi anni, conosco bene la loro situazione».  

«In quello stabile però — prosegue — abitano 20 famiglie, che quando hanno qualche problema vengono da me. Questo non vuol dire che automaticamente io proceda con diffide o disdette. Non è il mio modo di lavorare». 

L’amministratrice starebbe tentando la via del dialogo: «Quello che ho fatto è stato sentire la madre della bambina e segnalarle la situazione. Il mio intento è ovviamente cercare di fare in modo che si possa convivere tutti nel migliore dei modi». «C'è molta comprensione verso la situazione della famiglia di R. da parte degli inquilini, ma soprattutto da parte mia — garantisce —. Sono madre anch'io e posso solo immaginare quanto sia difficile il loro quotidiano. Quanto ci si possa sentire sopraffatti». 

Disponibilità con limiti - Una disponibilità la sua che, spiega, ha dei limiti: «Se ogni mattina si viene svegliati alle 6:30 da colpi, rumori, urla e porte che sbattono, nel lungo termine qualcosa si incrina». Da qui la volontà di un incontro che abbatte le incomprensioni. O che quantomeno avvicini i vari inquilini al caso di R.: «Sto tentando la via della mediazione. Anche perché, in questi casi, nessuno ha torto e probabilmente il problema non potrà essere risolto. Ci vuole, insomma, comprensione reciproca. Ribadisco, non ho nessuna intenzione di mandare via nessuno. Tuttavia, come amministratrice, mi risulta difficile immaginare che, di fronte a eventuali disdette dovute a una situazione ormai insostenibile — per quanta comprensione e compassione io possa avere — non potrò evitare di affrontare la questione».

«Disdetta da non escludere» - «In generale non si può escludere che venga data una disdetta ordinaria, se non straordinaria, dovuta ai disagi segnalati», spiega l'Avv. Céline Dellagana-Rabufetti, Segretaria generale dell’Associazione Svizzera degli Inquilini (ASI-SSI). «In ogni caso — prosegue — la si deve contestare. Bisogna comunque valutare punto per punto l'iter che ha portato a questa situazione. Capire se il problema è stato fatto notare e se c'è stata prima una diffida. Bisognerà considerare con attenzione anche gli orari in cui si verificano i rumori... tutti i bambini sono un po' irrequieti. E valutare anche lo stato dell'immobile e la sua insonorizzazione. La nostra associazione è a disposizione per eventuali chiarimenti».  

*nomi noti alla redazione.

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