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Se la vigna non rende, meglio le galline

L'imprenditore che scommette sul "pollaio mobile", dopo «la perdita del 25% di produzione» vinicola e per la mancanza di uova "made in Ticino".
Quelle pazze galline/IlCaraccio/TiPress
Se la vigna non rende, meglio le galline
L'imprenditore che scommette sul "pollaio mobile", dopo «la perdita del 25% di produzione» vinicola e per la mancanza di uova "made in Ticino".

CASTEL SAN PIETRO - La vigna che non rende come in passato e la domanda di uova da allevamento all'aperto, che in Ticino è inferiore all'offerta e deve contare sulle importazioni. Parte da qui l'idea di un imprenditore ticinese. Quella di cambiare, o meglio, di aumentare l'offerta di prodotti nostrani, per un territorio più autosufficiente. E l'esperimento, partito da circa un mese, funziona.

Infatti, le uova in vendita al self-service del pollaio-container di Castel San Pietro terminano spesso già nel primo pomeriggio. E se si considera che le oltre 100 giovani galline - divise su due pollai - producono altrettante uova ogni giorno, c'è da credere all'entusiasmo del loro proprietario, che spiega così il motivo di questa scommessa imprenditoriale: «Con la vigna quest'anno abbiamo perso il 20/25% della produzione». Ecco dunque l'idea di «un nuovo progetto», quello di investire di più sulle galline, con un pollaio mobile: «Dopo un po' di tempo spostiamo il container, in modo che le galline possano avere uno spazio di prato nuovo».

A spiegarlo è l'imprenditore agricolo André Prada dell'azienda agricola "Il Caraccio". È lui a curare "quelle pazze galline", come si legge sul container che, con porticine d’ingresso automatizzate, ospita di notte gli animali. Lo si capisce perché le simpatiche pennute lo seguono a mo' di fedele cane da compagnia. «Quello del pollaio mobile è un progetto innovativo per la Valle di Muggio - continua Prada -, anche se ce ne sono di simili in Svizzera francese e sul Piano di Magadino».

Mentre le galline brucano all'aperto l'erba del prato nella zona dei Grotti di Loverciano, a pochi passi dal Percorso Vita di Castello, l'imprenditore si dice «soddisfatto», anche per il ritorno economico: un uovo costa 70 centesimi e si può pagare autonomamente con Twint oppure lasciando il contante in cassetta. «Devo dire che la fiducia data ai clienti non è stata tradita: le uova prese vengono regolarmente pagate, a parte qualche piccolo ammanco che è però forse riconducibile al non perfetto funzionamento del pagamento mobile».

Prada, che fa anche consegne a domicilio, ha già quattro punti vendita self-service tra il paese e le sue frazioni, incluso il secondo pollaio poco distante, a Gorla. Ma c’è da giurarci che il nuovo commercio a chilometro zero potrà ampliarsi ulteriormente, perché in un contesto di «vigna meno produttiva» e di «penuria di uova» è necessario «provare a cambiare». Un'auto si ferma, scendono due bambini per vedere le galline felici razzolare libere nell'erba: sì, il pollaio mobile non è solo business.

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