Lo vogliono eliminare, ma poi ci suggeriscono di tenerlo sotto il materasso

È guerra al contante. Intanto però la BNS consiglia di averne un po' da parte in caso di blackout. Il risultato disorienta. E non poco.
LUGANO - Recentemente la Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha consigliato a tutta la popolazione di mantenere un po’ di contante in casa. Per reggere l'urto di eventuali blackout. Paradossale nell'epoca in cui un po' tutti stanno dichiarando guerra al cash. Alcune banche addirittura, già da tempo, non consegnano più denaro contante allo sportello.
In bus solo se paghi con l'app – Il fenomeno lo si percepisce in più settori. Così come il disorientamento di alcuni. Quando a fine agosto è stato annunciato che dal 2026 i biglietti dei bus ticinesi potranno essere acquistati quasi solo via app in molti si sono trovati spiazzati.
Cosa dice l'esperto – Nadir Rodoni, vice direttore del Centro studi Villa Negroni a Vezia, spiega: «È un momento di transizione. Sempre più persone non utilizzano più il contante, soprattutto tra i giovani. Allo stesso tempo c'è una fetta di popolazione che vi è ancora affezionata. Gradualmente anche i più anziani si stanno adattando alle nuove modalità. Il vantaggio della tecnologia è quello di snellire le procedure e di avere delle transazioni tracciate».
La lotta dell'ACSI – «Noi siamo sempre più confrontati con una lotta per mantenere il denaro fisico – commenta Antonella Crüzer, segretaria generale dell’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (ACSI) –. Affinché i pagamenti restino accessibili a tutti. Così si stanno creando esclusione ed emarginazione sociale».
Accompagnamento – «Le banche – replica Rodoni – si impegnano ad accompagnare la clientela ad esempio nell'uso del bancomat o dell'e banking. Il denaro virtuale offre alle banche più sicurezza e diversi vantaggi operativi. Dopo un po' di scetticismo posso assicurarvi che molti clienti sono soddisfatti. È vero che alcune banche non danno più cash allo sportello. Ma non bisogna generalizzare».
Un tema attualissimo – La questione dell'accesso al contante è stata la tematica chiave in un recente dibattito organizzato dall'Amministrazione federale delle finanze. E non va dimenticato che l'8 marzo 2026 si voterà sull'iniziativa lanciata dal Movimento svizzero per la libertà. Un testo che chiede, tra l'altro, che il denaro contante sia sempre disponibile in quantità sufficiente.
«Preoccupati per i giovani» – «Notiamo che la tendenza verso il denaro virtuale non aiuta i più giovani – sospira Crüzer –. Faticano a rendersi conto del valore dei soldi. Avendo accesso a tutto tramite internet, spendono con due click, spesso senza la necessaria consapevolezza. È un sistema diseducativo che incentiva l’indebitamento».
Una percezione diversa – «L'utilizzo del denaro elettronico – afferma Rodoni – porta tanti vantaggi. Ma ha anche controindicazioni. Il fatto di non potere toccare con mano il denaro ce lo fa percepire in maniera diversa. Il consiglio pratico per evitare di scialacquare denaro è quello di imporsi un limite tramite la banca. Resta il problema delle carte di credito con cui si potrebbe creare un circolo vizioso. Tocca alla società, in primis alle banche, alla famiglia e alla scuola, sensibilizzare su questo tema».
Tra progresso e lacune – Crüzer va oltre. E dal suo osservatorio personale aggiunge un altro elemento di discussione. «La nostra società identifica il progresso nella digitalizzazione. Ma in generale l’ACSI constata gravi lacune nel mondo degli acquisti digitali, dove manca una reale tutela dei diritti dei consumatori. I filtri personalizzati vengono usati per farci spendere di più. Si moltiplicano le truffe dei finti negozi online. E forniamo i nostri dati alla rete, senza sapere come vengano sfruttati».
«Non si arriva a una mentalità del genere da un giorno all'altro» – Eppure in Paesi come quelli del nord Europa il cash è praticamente sparito. Come mai da quelle parti il trend sembra funzionare in maniera meno traumatica? Ancora Rodoni: «In questi Paesi c'è già una cultura più sensibile verso il denaro virtuale. Non si arriva a una mentalità del genere da un giorno all'altro. È un processo che va costruito insieme, non in maniera drastica. Ci sarà sempre qualcuno che ne approfitta. Ma questo vale anche col contante. Non demonizzerei per forza il progresso. Niente imposizioni, certo. Informazione e formazione sono le parole chiave. Detto questo: non credo che il contante possa sparire del tutto nei prossimi 20 anni. Sarà sempre importante averlo in caso di emergenza».



