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«Un lavoro in via d'estinzione»

In Ticino si contano sempre meno panetterie. Tra sacrifici e orari impossibili, a Losone, Ray Leibundgut porta avanti l'attività di famiglia
«Un lavoro in via d'estinzione»
tio.ch / Davide Giordano
«Un lavoro in via d'estinzione»
In Ticino si contano sempre meno panetterie. Tra sacrifici e orari impossibili, a Losone, Ray Leibundgut porta avanti l'attività di famiglia
LOSONE - C'è qualcosa di straordinario nel profumo del pane appena sfornato. Il mestiere del panettiere, però, è uno di quelli che rischia lentamente di scomparire. Fatto di tanti sacrifici e orari improponibili rappresenta una vera sfida per la s...

LOSONE - C'è qualcosa di straordinario nel profumo del pane appena sfornato. Il mestiere del panettiere, però, è uno di quelli che rischia lentamente di scomparire. Fatto di tanti sacrifici e orari improponibili rappresenta una vera sfida per la società moderna. I dati della Società Mastri Panettieri Pasticcieri Confettieri (SMPPC) del Canton Ticino parlano chiaro: se fino a 25 anni fa si potevano contare nel nostro cantone 120 panetterie a oggi ne sono sopravvissute circa 50. Si tratta del 60% in meno.

Malgrado ciò, a Losone Ray, 32 anni, porta avanti la Panetteria Leibundgut. Era stata avviata nel 1954 da suo nonno. «Sin da bambino venivo qua a dare una mano a mio padre - racconta a tio/20 Minuti -. Ho iniziato l’apprendistato a 15 anni». Nel suo racconto non nasconde che l'impegno richiesto è molto: «Lavorando di notte, ne soffre soprattutto la vita sociale». Ci spiega infatti che solitamente inizia impastare e a infornare dopo la mezzanotte. «Finiamo poi verso le 8.30-9 del mattino. Dopodiché vado a dormire fino alle 13.30-14. Mi sveglio e poi torno a letto, una seconda volta, verso le 21. Complessivamente dormo sei ore, ma spezzate».

tio.ch / Davide Giordano

Il fisico viene messo a dura prova - Oltre agli orari, anche il fisico viene messo a dura prova. La sua azienda, che conta tra titolari e impiegati, otto dipendenti, produce pane principalmente per alberghi e ristoranti. «In estate, periodo durante il quale si producono fino a 1,5 tonnellate di pane al giorno, qua dentro si possono superare addirittura i 40°C durante la notte. È tosta», ammette. «A me non pesa, lavoro pur sempre per la mia azienda. Ma per un operaio è diverso».

Difficoltà a trovare personale - «Trovare personale è sempre più difficile», lamenta. «Anche a livello cantonale, il numero di apprendisti sta diminuendo. E i giovani sembra non abbiano più voglia di fare tanti sacrifici. Lavorare la notte… è dura».

tio.ch / Davide Giordano

Non mancano i riconoscimenti - Un lavoro stressante e pesante che però porta anche a delle soddisfazioni. «Recentemente, abbiamo ottenuto con il nostro pane ben tre medaglie - dice orgoglioso -. Argento per il “Vallemaggia del nonno” e due di bronzo con il “Bastone del nonno ai semi” e il “Pane avena”».

Non nega comunque momenti in cui abbia pensato di gettare la spugna. «Ogni tanto succede. Però alla fine avere una panetteria a tradizione familiare mi spinge ad andare avanti». 

tio.ch / Davide Giordano

«Tutt'altro che in via d'estinzione» - Sul futuro della professione del panettiere è più ottimista Massimo Turuani, presidente della Società Mastri Panettieri Pasticcieri Confettieri (SMPPC) del Canton Ticino. A suo avviso la situazione non è così drammatica. Raggiunto al telefono nel pieno di una giornata lavorativa, sostiene che sia «un mestiere che riscuote ancora successo tra i giovani». Forte del fatto che, considerati tutti e tre gli anni di corso dell'apprendistato, attualmente «si contano circa 30 iscritti. Certo - prosegue - rispetto ad anni fa c’è stata una flessione. Ma è comunque un buon numero considerata la realtà oggigiorno». Dal suo osservatorio riscontra pure poca dispersione alla fine della formazione. I ragazzi non sembrano dunque tirarsi indietro di fronte alle difficoltà. «Tutto sta alla loro intraprendenza - ribatte Turuani -. Chi inizia l’apprendistato è ben consapevole della vita che andrà a fare. E lo fanno volentieri». Un lavoro, insomma, che per il presidente della SMPPC sembra essere tutt’altro che in «via d’estinzione».

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