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CANTONEUnitas infiamma la discussione in Parlamento

13.02.23 - 17:14
Il caso delle molestie in aula per via di due nuove interpellanze. Critiche a Bertoli. Lette in aula stralci di mail interne.
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Unitas infiamma la discussione in Parlamento
Il caso delle molestie in aula per via di due nuove interpellanze. Critiche a Bertoli. Lette in aula stralci di mail interne.

BELLINZONA - L’argomento ha monopolizzato gran parte della seduta del Gran Consiglio. Unitas, insomma, è tornata al centro del dibattito. E non sono mancate critiche e accuse, in particolare contro Manuele Bertoli, oggi Consigliere di Stato e per anni direttore e vice presidente dell’associazione.

Andando con ordine. Dopo le prime risposte (contestate) fornite dal Governo, Verdi e Movimento per il socialismo hanno chiamato di nuovo in causa il Governo sulla questione Unitas attraverso due nuove interpellanze.

Il documento messo a punto dall’ecologista Marco Noi si è soffermato soprattutto sulla decisione del Consiglio di Stato, contenuta nella recente presa di posizione dell’esecutivo sulle interrogazioni, di chiedere il ricambio totale del comitato dell’Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana. Il testo, di cui è appunto primo firmatario Noi, è stato sottoscritto dai Verdi Claudia Crivelli Barella, Samantha Bourgoin, Matteo Buzzi e Andrea Stephani, da Fiorenzo Dadò del Centro, da Marco Bertoli del Plr, dai democentristi Tiziano Galeazzi e Roberta Soldati, da Tamara Merlo di Più Donne e da Fabrizio Sirica del PS.

Sono 13, invece, le domande poste dal Movimento per il socialismo (sottoscritte dal primo firmatario Matteo Pronzini, Simona Arigoni e Angelica Lepori). Si sottolinea, nel testo, come gli interrogativi siano molti e come, dopo le prime risposte scritte, «il dibattito pubblico» si sia «arricchito di altri impressionanti contributi».

Come spiegato nel suo intervento, Noi sottolinea come si tratti di un tema molto delicato, «che riguarda una dinamica presente in vari contesti. Una dinamica in cui qualcuno fa del male o usa la propria posizione a svantaggio di altri. Il Consiglio di Stato deve prendere una posizione chiara a tutela e a sostegno delle vittime, affinché possano andare avanti in questo iter difficoltoso». Per Pronzini, pur essendo un'associazione retta da diritto privato, Unitas s'inserisce all'interno di «un quadro legale e legislativo ben definito».

Il direttore del DSS Raffaele De Rosa ha espresso, a nome del Governo, un sentimento di «sincera solidarietà alle persone coinvolte. Non abbiamo alcuna intenzione di difendere nessuno che abbia molestato o compiuto gesti inaccettabili verso le persone. Il ricambio completo del comitato arriverà entro la metà del 2023. Sarà organizzata anche un'assemblea straordinaria a marzo e già in quel frangente saranno messi a punto alcuni cambiamenti». Sarà ripristinata la figura del rappresentante dello Stato in seno al comitato: il suo inserimento arriverà contestualmente con la sostituzione , al termine dell'assemblea ordinaria prevista per maggio 2023. Durante l'audit, ha confermato De Rosa, è stato sentito anche Bertoli. Quest'ultimo, ha pure partecipato alla discussione del rapporto. «Durante la prossima assemblea - conclude il Consigliere di Stato - sarà fornito un resoconto dei contenuti del rapporto finale dell'audit. Successivamente, sarà reso pubblico».

Molte le critiche nei confronti proprio di Bertoli. Fiorenzo Dadò (Il Centro), ha attaccato frontalmente proprio l'ex direttore di Unitas, attraverso la lettura in aula di stralci di mail, scritti anche dallo stesso Bertoli, relativi a problemi interni dell'associazione. «Non si è discusso solo di ore di lavoro. Le questioni erano anche altre. Si cerca di dare la colpa a chi non ha parlato - continua - se le persone fossero state ascoltate attentamente, oggi non saremmo qui a discutere. Bisognava andare fino in fondo: se si vuole sistemare la faccenda, dovrebbero arrivare le dimissioni di tutte le persone implicate nella questione». Sui punti, Bertoli ha risposto, richiamando anche alcune risposte date durante la conferenza stampa di venerdì. «Ha letto alcune cose  scritte con la persona che poi si è tolta la vita.  - conclude - Sono intervenuto affinché ci fosse un chiarimento. Come già detto: è impossibile fare qualcosa se nessuno segnala i problemi».

L'MPS chiede una commissione parlamentare d'inchiesta
A seguito del dibattito odierno, il Movimento per il socialismo avrebbe deciso di chiedere la costituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta (Cpi). Lo rivela LaRegione, spiegando che l’istanza dovrebbe essere depositata domattina. Per l'MPS la Cpi dovrà ad esempio «permettere di completare l’audit sentendo in particolare le persone informate sui fatti che fino a oggi non si è potuto sentire e acquisendo agli atti altri casi simili a quelli della dipendente che, purtroppo, si è tolta la vita nel 2001», nonché «analizzare e valutare il ruolo del rappresentante dello Stato in seno al Comitato di Unitas». Ma anche «analizzare e valutare il comportamento del governo in relazione alla partecipazione di Manuele Bertoli alla presentazione dei risultati parziali dell’audit».

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