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La Diocesi è in profondo rosso

Per quest'anno è previsto un deficit da oltre 1,7 milioni, oltre 900mila nel 2020. La Curia avvia una "spending review"
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La Diocesi è in profondo rosso
Per quest'anno è previsto un deficit da oltre 1,7 milioni, oltre 900mila nel 2020. La Curia avvia una "spending review"
In vista «urgenti misure di contenimento della spesa» e una valutazione per parco immobiliare. Il clero ticinese dovrà stringere la cinghia?
LUGANO - Tempi di magra per la Diocesi di Lugano. I conti della Curia navigano in profondo rosso, e costringono il vescovo Valerio Lazzeri a progettare una "spending review" nel prossimo futuro. È quanto è emerso nel corso dell'ultima ...

LUGANO - Tempi di magra per la Diocesi di Lugano. I conti della Curia navigano in profondo rosso, e costringono il vescovo Valerio Lazzeri a progettare una "spending review" nel prossimo futuro.

È quanto è emerso nel corso dell'ultima assemblea diocesana, riunitasi ieri sera per approvare i conti del 2020. La Curia ha chiuso il primo anno di pandemia con un deficit di oltre 900mila franchi, che saliranno alla maxi-cifra di 1,7 milioni quest'anno secondo le previsioni. 

Una situazione preoccupante, per cui la Commissione finanziaria e il Consiglio diocesano hanno «già deliberato prime urgenti misure di contenimento della spesa» e stanno cercando «strategie per ottimizzare le entrate» tra cui la valutazione del parco immobiliare. 

Gli immobili sono la voce di maggiore rendita della Diocesi: circa tre quarti degli introiti per un totale 1,7 milioni messi a bilancio, e una previsione d'incasso di 1,8 milioni nel 2022. Ma non bastano, perché le spese per le "attività generali" del clero ticinese hanno superato i 3,3 milioni nel 2020 e dovrebbero sforare la soglia dei 5,8 milioni nel corso di quest'anno.

Neanche donazioni ed eredità, la vendita di un immobile e alcuni scioglimenti di riserve (per un totale di 1,5 milioni nel 2020) hanno permesso di pareggiare i conti. La pandemia «non ha certo aiutato» spiega in oltre il portavoce della Curia Luca Montagner. A pesare in particolare sono stati gli "sconti" sugli affitti concessi ai commercianti in difficoltà, oltre a «una serie di spese straordinarie legate al personale e all'ammortamento degli immobili» che pesano sul preventivo. 

Le previsioni «non sono particolarmente rosee» ammette Montagner. Per questo «si è deciso di procedere a una valutazione generale di tutto il parco immobiliare di proprietà della Diocesi». Non è escluso che la Curia possa decidere di vendere ancora, nel corso di quest'anno. Nel frattempo si è conclusa la ristrutturazione di villa Brenni a Mendrisio (affittata al Cantone) e sono in corso trattative per affittare l'ex sede del Giornale del Popolo a Lugano. Un altro investimento a buon rendere - ma sul lungo periodo - è il progetto di creare una serie di appartamenti a Claro attigui a Casa Nazareth. 

La coperta però è corta e le Commissioni definiscono «urgente» anche un taglio delle spese vive. Niente misure drastiche: la spendig review «riguarderà tutta la realtà diocesana e le varie attività» per capire «come e dove è possibile risparmiare, valutando se esistono servizi non strettamente necessari» conclude Montagner. Non un ritorno "alla Chiesa delle origini", insomma: ma una parte del clero ticinese potrebbe essere costretto a stringere la cinghia.  

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