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LUGANOCinque ore di domande «puntigliose» e di risposte «precise»

22.06.21 - 18:04
Il sindaco di Lugano Marco Borradori ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa dopo l'interrogatorio in Procura.
Ti Press
Cinque ore di domande «puntigliose» e di risposte «precise»
Il sindaco di Lugano Marco Borradori ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa dopo l'interrogatorio in Procura.
Bocche cucite invece da parte degli altri quattro municipali sentiti dal Ministero pubblico: Karin Valenzano Rossi, Lorenzo Quadri, Michele Foletti e Filippo Lombardi.

LUGANO - «Il procuratore pubblico è stato molto puntiglioso nelle domande e penso di essere stato anch'io preciso nelle mie risposte». È stata questa la prima dichiarazione rilasciata "a caldo" alla Regione dal sindaco di Lugano Marco Borradori, interrogato per oltre cinque ore dal Procuratore generale Andrea Pagani in merito alla demolizione dell'ex Macello, avvenuta la sera del 29 maggio scorso. Un procedimento penale, quello aperto il 1. giugno, le cui ipotesi di reato, al momento contro ignoti, sono violazione intenzionale, subordinatamente colposa, delle regole dell'arte edilizia, infrazione alla Legge federale sulla protezione dell'ambiente e abuso di autorità.

Davanti all'ingresso principale del Palazzo di giustizia, Borradori ha ribadito come la situazione, quella sera di fine maggio, non sia sfuggita di mano all'esecutivo: «Semplicemente ci siamo trovati di fronte a una scelta drastica, urgente, immediata. E abbiamo preso una decisione, l'unica che prenderei ancora adesso. Perché se qualcuno mi viene a dire che è urgente io mi fido fino a prova del contrario».

Parole quelle del sindaco di Lugano che sembrerebbero quindi attribuire le responsabilità della demolizione alla Polizia, anche se lo stesso Borradori per ora non vuol sentir parlare di «colpe»: «Staremo a vedere, c'è un'inchiesta che appurerà che tipo di colpe hanno, eventualmente, la forze dell'ordine e che colpe abbiamo avuto noi, se ne abbiamo avute», ha spiegato, ribadendo di essere tranquillo e aggiungendo di aver consegnato al procuratore generale, di sua spontanea volontà, i suoi tabulati telefonici.

Durante la giornata odierna sono stati sentiti anche altri quattro membri dell'esecutivo: Karin Valenzano Rossi, Lorenzo Quadri, Michele Foletti e Filippo Lombardi. Tutti quanti non hanno ritenuto opportuno rilasciare dichiarazioni. «Per rispetto dell'articolo 292 del Codice di procedura penale che mi è stata imposta fino al 30 novembre non posso dire nulla. Ma è stata una bella sudata», è stata l'unica battuta strappata a uno di loro. 

Non sono invece stati interrogati Roberto Badaracco e Cristina Zanini Barzaghi, i quali si erano opposti alla decisione di demolire l'ex sede degli autogestiti.

Art. 292 - Disobbedienza a decisioni dell’autorità
Chiunque non ottempera a una decisione a lui intimata da una auto­rità competente o da un funzionario competente sotto commina­toria della pena prevista nel presente articolo, è punito con la multa.

 

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