Cerca e trova immobili

CANTONEEffetto Covid: «I fallimenti diminuiti del 35%»

13.08.20 - 18:04
«Tale dato non deve trarre in inganno» avverte Fernando Piccirilli, capo della nuova Sezione esecuzione e fallimento
Tipress
Effetto Covid: «I fallimenti diminuiti del 35%»
«Tale dato non deve trarre in inganno» avverte Fernando Piccirilli, capo della nuova Sezione esecuzione e fallimento
Le misure a sostegno dell'economia hanno finora scongiurato la temuta esplosione del debito e dei crac societari. Piccirilli: «In futuro, quando gli aiuti saranno esauriti, non è possibile escludere un aumento delle procedure fallimentari»

BELLINZONA - L’onda del debito scatenata dallo tsunami Covid fa paura, ma ad oggi non se ne vedono ancora gli effetti. Né se ne può misurare la forza. «Non si riscontra alcun aumento delle procedure esecutive, anzi sono diminuite - dice Fernando Piccirilli, da inizio agosto capo della neoistituita Sezione esecuzione e fallimento.

L'aumento atteso - Non è pertanto statisticamente significativa la settantina di pagine sul Foglio Ufficiale di ieri con l’elenco dei precetti inviati negli ultimi mesi. D’altra parte lo stesso calo delle procedure va pure preso con le pinze. «Tale dato - rileva il caposezione - non deve trarre in inganno, poiché molti creditori hanno sospeso l’invio delle domande di esecuzione a seguito dell’emergenza sanitaria. Di conseguenza nei prossimi mesi si assisterà ad un aumento delle procedure. È però prematuro dire se a fine anno saranno maggiori rispetto a quelle del 2019». Di sicuro la pandemia non ha sconvolto la geografia delle esecuzioni: «Tra le tipologia di credito - rileva Piccirilli - spiccano come sempre le imposte e i premi delle casse malati».

Meno fallimenti ma... - Una calma altrettanto artificiale si registra oggi sul fronte delle imprese costrette ad alzare bandiera bianca. «La pandemia non ha fatto aumentare per ora i fallimenti, che risultano nettamente diminuiti rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Il calo sfiora il 35% - dice Silvio Bottegal, ufficiale dell’Ufficio dei fallimenti. «Gli effetti dell’onda pandemica - aggiunge - arriveranno ma ci vorrà più tempo. Stimiamo un anno a partire dal lockdown». A rallentare l’onda è l’iter stesso della procedura, che ha i suoi tempi, ma il numero dei fallimenti, sottolinea a sua volta il caposezione Piccirilli, «è influenzato oggi dalle misure introdotte dal Consiglio federale a sostegno dell’economia. In futuro, quando gli aiuti saranno esauriti non è possibile escludere un aumento delle procedure fallimentari».

Il monitoraggio costante - Quanto all’eventualità che il numero di casi sia tale da mettere in crisi gli uffici cantonali preposti, il caposezione conclude ricordando che «la Divisione della giustizia monitora costantemente l’attività degli uffici esecuzione e fallimento e, come avviene in altri settori di competenza, in caso di comprovata necessità, si procederà agli opportuni correttivi a livello di personale come pure di operatività».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Marta 3 anni fa su tio
l'assicurazione sanitaria dovrebbe essere statale al 100%....si risolverebbero tante cose

F/A-18 3 anni fa su tio
Tutto succederà con l’inizio dell’anno nuovo, penso sarà un’ecatombe.

Equalizer 3 anni fa su tio
Piccirilli ha ragione, sarà come lo tsunami, prima si ritira il mare poi torna con l'onda alta, e vedrete che onda...

Rhodium 3 anni fa su tio
Risposta a Equalizer
Concordo, adesso c'è la quiete prima della tempesta, e che tempesta, non solo per i fallimenti ma anche per le assicurazioni sociali.

Zarco 3 anni fa su tio
Risposta a Equalizer
Concordo ! 2020 sarà ecatombe

miba 3 anni fa su tio
Dove sono finiti tutti quelli che, prendendo quale esempio la sanità disastrata della Lombardia, chiedevano a gran voce in coro la chiusura delle attività???

MrBlack 3 anni fa su tio
Risposta a miba
Sai che durante il picco in primavera in Ticino avevamo più che raddoppiato i posti letto acuti, e malgrado questo eravamo arrivati al 100% di utilizzo? Sai che cosa sarebbe successo senza la chiusura delle attività? Per intenderci neppure io condivido la chiusura quasi totale, ma da come scrivi sembra che qui la situazione era come nel resto della Svizzera. Invece eravamo al limite e poco ci mancava per avere i problemi simili alla Lombardia. Non così disastrosi certo, ma si sarebbe dovuto scegliere anche qui a chi pur stando male si sarebbe dovuta chiudere la porta in faccia.
NOTIZIE PIÙ LETTE