Cerca e trova immobili
CANTONE

«Gli assessori giurati umanizzano le sentenze»

Sono spesso ai margini nel processo penale. Eppure per il giudice a latere Martignoni sono un valore aggiunto: «Grazie a loro tutta la Corte diventa “vox populi”»
Tipress
Il giudice a latere Brenno Martignoni Polti
«Gli assessori giurati umanizzano le sentenze»
Sono spesso ai margini nel processo penale. Eppure per il giudice a latere Martignoni sono un valore aggiunto: «Grazie a loro tutta la Corte diventa “vox populi”»
BELLINZONA - Prima dell’estate aveva fatto rumore a Palazzo di Giustizia la sua decisione di dimettersi da giudice supplente denunciando lo scarso impiego. Ora, Brenno Martignoni Polti, già cancelliere del Tribunale di appello a cavallo ...

BELLINZONA - Prima dell’estate aveva fatto rumore a Palazzo di Giustizia la sua decisione di dimettersi da giudice supplente denunciando lo scarso impiego. Ora, Brenno Martignoni Polti, già cancelliere del Tribunale di appello a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, con le importanti inchieste per droga (dei "cento chili", dei "fratelli Magharian" e Alvaro Baragiola), torna a lanciare un sasso nello stagno togato. Stavolta il magistrato spezza una lancia a favore di una figura vissuta spesso come un vano contorno o orpello nel processo: l’assessore giurato. 

Uno stimolo per il giudice - In Ticino il Tribunale penale cantonale può pescare in una lista di 90 nomi, la Corte d’appello e di revisione penale in una di 60. Sono normali cittadini, persone comuni che il Gran Consiglio ha eletto e che possono intervenire alle criminali nella ricerca di un giudizio talvolta unanime, ma se non è possibile a maggioranza. Il loro peso all’interno del collegio giudicante fa sì che, spiega Martignoni, «al presidente e ai due “a latere” è richiesta maggiore dialettica anche esplicativa e ricchezza d’argomentazione per vedere la sentenza condivisa e fatta propria dagli assessori giurati». 

L’esperienza di vita comune - Certo anche i giudici non sono esseri avulsi dalla realtà, ma un fattore condizionante esiste ed è dato, secondo l’avvocato, «dalla frequentazione delle aule e dai casi giudiziari pregressi e dalla dottrina». Per Martignoni, «la realtà penale invece è, e deve rimanere, viva e dinamica. Permeabile alla collettività, che chiede giustizia. Specie nelle vicende che scuotono l’opinione pubblica. L’azione penale non può quindi risolversi in meri rituali preconfezionati. È giusto che le sensibilità quotidiane trovino legittimo ascolto in aula attraverso la gente ordinaria. Il confronto con i laici è sinonimo di decisioni a misura di cittadino».

L’umanizzazione del processo - Come tutti gli specialisti, i giuristi sono un mondo a sé. «Finiamo per limitarci a leggere la società e le persone attraverso filtri tecnico-normatitivi. Con il rischio - sostiene Martignoni - che le vicende, specialmente nei fatti più ardui, vengono trattate in maniera asettica, eccessivamente distaccata». La mescolanza di giudici togati con giudici laici, continua, «può quindi “umanizzare” il processo e la decisione».

Sentenze meglio accettate... - Ma l’umanizzazione del diritto non è il solo apporto dato da queste presenze laiche. Secondo Martignoni, «è grazie a questa consapevolezza che la parola del giudice diventa “vox populi”, il destinatario indiretto della sentenza, il pubblico, si identifica nello strumento penale, accrescendo così la percezione delle pene e di conseguenza l’efficacia del controllo sociale. È palese che il diritto penale deve essere e rimanere giustizia di “tutti”, non di un ristretto circolo chiuso di addetti ai lavori».

… anche dalla politica - Ultimo aspetto, gli assessori giurati sono una difesa contro chi vede nelle sentenze il riflesso della provenienza politica dei giudici stessi. «Da noi - conclude Martignoni - la partecipazione di cittadini, anonimi all’opinione pubblica, non riconducibili a disegni e a logiche partitiche, concorre a circoscrivere il tema». Certo il buon assessore giurato non deve essere foglia di fico o carta da parati, ma partecipare alla costruzione della sentenza. Se necessario, anche senza capitolare verso il giudice in forza dell’esperienza e della scuola di vita.

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE