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CANTONEProcesso Nussbaumer: nessuna sentenza

13.03.19 - 11:48
L’incarto è stato rimandato al procuratore pubblico per ulteriori approfondimenti
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Processo Nussbaumer: nessuna sentenza
L’incarto è stato rimandato al procuratore pubblico per ulteriori approfondimenti

BELLINZONA - Nei confronti del dottor Werner Nussbaumer oggi non è stata pronunciata nessuna sentenza: l’incarto torna al Ministero Pubblico per ulteriori approfondimenti. La Corte della pretura penale di Bellinzona, presieduta dal giudice Siro Quadri, ha comunicato poco fa la decisione, in assenza dell’imputato: «Alcuni atti istruttori non rispettano la procedura» ha spiegato.

Perizia senza contraddittorio - In particolare si parla della mancanza di un contraddittorio per quanto riguarda l’infrazione alla legge federale sugli stupefacenti. L’accusa di aver somministrato dei dosaggi troppe elevati ad alcuni pazienti si fonda su una perizia richiesta dal medico cantonale, nell’ambito di un’inchiesta amministrativa, che non rispetta il diritto dell’imputato di essere sentito. «L’arte medica - ha spiegato il giudice - non è solo il rispetto di determinate posologie, ma anche del controllo della reazione del paziente alla terapia: un aspetto, questo, che non è stato valutato».

Terapie su misura - Durante il dibattimento il dottor Nussbaumer non aveva infatti contestato la posologia superiore, spiegando che si trattava di pazienti particolari, tossicodipendenti. E quindi che il piano terapeutico ricalcava quella che era la storia della salute di ogni determinato individuo.

La sofferenza degli animali - Anche l’accusa di maltrattamento di animali comunque non è sufficientemente precisa: «Nel decreto va spiegato per quale motivo si ritiene che in determinate situazioni gli animali abbiano sofferto a tal punto che siano considerate come dei delitti» ha spiegato il giudice.

La questione ora torna dunque nelle mani del procuratore pubblico Arturo Garzoni, che nel decreto d’accusa aveva proposto una pena pecuniaria sospesa di complessivi 28’400 franchi, oltre a una multa di 300 franchi.

Il difensore, l’avvocato Rossano Bervini, si era battuto per il proscioglimento da tutti i reati: «Sono tutte fake news» aveva detto nella sua arringa, sostenendo che l’accusa di maltrattamento di animali si basava «su fotografie che non dimostrano nulla». E per quanto riguarda la somministrazione di dosaggi troppo elevati di determinate sostanze ai pazienti, il legale aveva affermato che «la realtà umana è che lui li vuole curare al meglio».

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