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CANTONENussbaumer col gilet verde: «Non ho mai ammazzato nessuno»

26.02.19 - 11:18
Il dottore, a processo per maltrattamento di animali e infrazione alla legge sugli stupefacenti, risponde alle accuse relative alle cure fornite ai suoi pazienti
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Nussbaumer col gilet verde: «Non ho mai ammazzato nessuno»
Il dottore, a processo per maltrattamento di animali e infrazione alla legge sugli stupefacenti, risponde alle accuse relative alle cure fornite ai suoi pazienti

BELLINZONA - «Sono un medico, penso di sapere come curare le persone». Lo dice il dottor Werner Nussbaumer, che oggi si è presentato a processo in pretura penale indossando il gilet verde con cui di recente è sceso in campo quale candidato alle prossime elezioni cantonali. E risponde così all’accusa di infrazione alla legge sugli stupefacenti per aver prescritto a diversi pazienti, tra il 2011 e il 2013, sostanze stupefacenti e psicotrope «in dosaggi e quantitativi talmente elevati da non poter essere considerati ammessi dalla scienza medica», come si legge nel decreto d’accusa firmato dal procuratore Arturo Garzoni.

«Facevo del bene» - «Si tratta di dosaggi che oggi confermerei» sostiene l’imputato, in difesa di terapie che - lo ricorda il giudice Siro Quadri - non sono però condivise dal medico cantonale. «Lui è un funzionario, io sono al fronte» afferma quindi il dottore di Gravesano. «Se vedo che i dosaggi previsti non funzionano, devo rimediare: i pazienti erano tossicodipendenti che altrimenti andavano a cercare altre porcherie sul mercato nero».

Nussbaumer sottolinea quindi di non essere «un portaborse del bugiardino». E aggiunge: «Non ho mai ammazzato nessuno, ho fatto solo del bene adattando le terapie alle singole persone».

I maltrattamenti e il complotto - Ma il settantenne di Gravesano si trova in aula anche per rispondere del reato di maltrattamento di animali: sempre tra il 2011 e il 2013 avrebbe tenuto un’ottantina di animali in recinti troppo stretti, senza acqua né foraggio né le necessarie cure veterinarie. Sulla questione l’imputato insiste sulla teoria del complotto, che ha già esposto in più occasioni: privati cittadini che dalle autorità vengono informati sul sopralluogo del veterinario cantonale, fotografie diffuse dalla stampa, una denuncia penale inaspettata. «Io mi ero detto disposto a mettere a posto le cose, avevo già previsto il trasferimento degli asini e dei cavallini».

La parola alla difesa - A breve la parola passerà alla difesa, l’avvocato Rossano Bervini. Il decreto d’accusa, lo ricordiamo, propone une pena pecuniaria di complessivi 28’400 franchi, sospesa per un periodo di prova di tre anni, e una multa di 300 franchi.

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