Giovanna Masoni-Brenni, la proposta: "Una filiera della musica sostenuta da tutti"

A colloquio con la municipale Giovanna Masoni-Brenni sul futuro prossimo del cantiere del Palace e sull'importanza sociale della cultura.
A colloquio con la municipale Giovanna Masoni-Brenni sul futuro prossimo del cantiere del Palace e sull'importanza sociale della cultura.
LUGANO – L’estate avanza e il cantiere del Palace, dove sorgerà il nuovo e tanto discusso Polo culturale, rimane fermo. Un stop forzato iniziato dopo l’inoltro del ricorso da parte dei secondi classificati (il consorzio italo-ticinese, formato dall’italiana Tecnimont S.p.A. di Torino e dalla luganese Boni&Foglia SA) non soddisfatto dal risultato del concorso per l’ottenimento dell’appalto dei lavori. Il ricorso, è giusto ricordarlo, è stato inoltrato nel pieno rispetto dei regolamenti e quindi la sosta obbligata, e i ritardi che ne deriveranno, non sono certo imputabili al consorzio italo-ticinese che ha deciso di ricorrere al Tribunale amministrativo.
Va comunque registrato che, dopo la scelta effettuata dal Municipio che ha premiato il consorzio Comsa (Suisse) SA / Ed.Im.Suisse (SA), l’anticipo di circa tre mesi sulla tabella di marcia, è stato quasi completamente bruciato. La municipale Giovanna Masoni-Brenni ci ha aiutato a fare il punto della situazione non solo sul cantiere in sosta, ma anche sulla situazione del mondo culturale luganese e ticinese formulando anche una nuova proposta. “Il ricorso sta procedendo secondo i ritmi rapidi, e peraltro usuali, del Tribunale amministrativo. Ci auguriamo quindi che si arrivi a conoscere la decisione del Tram prima delle vacanze dell’edilizia di agosto, al più tardi per settembre. La speranza del Municipio di mantenere l’obiettivo finale rimane comunque viva. È chiaro però che, siccome eravamo pronti per cominciare a lavorare, con delle commissioni di decine di milioni di franchi anche per delle imprese ticinesi, questa attesa spiace, anche se il secondo classificato ha fatto valere un suo legittimo diritto”.
Quale sarebbe lo scenario nel caso il Tram desse ragione al consorzio Tecnimont S.p.A.-Bonimont&Figli?
“Il Municipio, che comunque si augura e crede nella conferma della propria decisione, ritiene che nel caso il Tram decidesse altrimenti, il dossier dovrebbe tornare al Municipio per una decisione e non ci sarebbe una delibera automatica al consorzio che ha inoltrato il ricorso. Ricordo che l’esecutivo aveva un preventivo di riferimento e che il solo consorzio a rispettarlo era il primo classificato. Si tratterebbe quindi di fare nuove valutazioni”.
Vi è quindi il rischio che i tempi si allunghino ulteriormente.
“A seconda della decisione del Tram e della relativa crescita in giudicato, le possibilità sarebbero o di riprendere subito i lavori o di alcuni mesi d’attesa dovuti a tempi tecnici”.
Nei giorni scorsi si è parlato molto dei possibili tagli all’Orchestra della Svizzera italiana e, in Municipio, del credito per il nuovo Piano Viario del Polo (PVP). Da una parte dei tagli e dall’altra degli investimenti. Viste anche le numerose critiche ricevute in passato dal credito in favore del nuovo Polo culturale sembrerebbe proprio che a “pagare” debba sempre essere la cultura.
“Quando si impostano cantieri come quello del PVP o del Polo culturale si lavora sull’arco di molti anni, una decina per il Polo culturale e ancora di più per il PVP e per tutto il Piano dei trasporti del Luganese (PTL). Si tratta di investimenti che si ritiene portino un valore aggiunto, nella qualità della vita dei cittadini o da un punto di vista culturale, tale da giustificarne le spese. Si stringono i denti nei momenti difficili ma vengono pianificati in modo che siano realizzabili e mi sembra che il Municipio lavori proprio in questo senso. I probabili tagli all’Orchestra della Svizzera italiana sono stati giudicati in modo molto negativo dal Municipio. Quando abbiamo immaginato il Polo culturale lo abbiamo fatto pensando a una rete di soggetti che collaborano tra loro alla realizzazione di un progetto Ticino, sull’idea del sistema cultura di cui parlava Buffi anni fa. Questa ‘rete’ ha tanti anelli, se ognuno è messo nella condizione di fare la propria parte avremmo un effetto sinergia molto importante”.
L’OSI dovrebbe occupare una parte importante in questa rete e dare un forte impulso alla crescita e all’offerta culturale.
“Esatto. Con L’OSI abbiamo già diverse collaborazioni (Lugano Festival, Progetto Martha Argerich,…) e il Polo culturale, con la realizzazione di una sala concertistica di alto livello, dovrebbe rappresentare un ottimo sbocco e un punto di crescita. Tutto questo dovrebbe avvenire, secondo i progetti iniziali, con il sostegno economico sia del Cantone, sia dell’SSR. Se “l’anello OSI” viene indebolito è evidente che ne risentono anche tutti gli altri”.
Ma lo stato di salute del mondo culturale giustificherebbe uno sforzo economico in un momento economicamente difficile come questo?
“La vendita dei biglietti non è l’unico metro per misurare lo stato di salute della cultura ma permette comunque un’interessante metro di misura. Nel 2008, tra concerti, teatri, musei e le esposizioni “esportate” all’estero, sono stati venduti più di 100mila biglietti. Un risultato che non si otteneva da tempo. Anche in quest’ottica la perdita, o un indebolimento dell’OSI, sarebbe una cattiva notizia, perché i numeri dimostrano che le sinergie che si sono create cominciano a dare i primi frutti”.
La musica in particolare rappresenta un settore molto importante e lo dimostrano anche i molti festival musicali che si tengono in tutto il Cantone.
“Certo, e nell’impostazione del Polo culturale abbiamo cercato di valorizzare questa vena culturale. Con i molti festival, il conservatorio, l’OSI, Rete2 e il progetto Martha Argerich abbiamo consolidato un’offerta di alto livello”.
Realtà che nel tempo hanno raggiunto un alto livello internazionale e che si potrebbero vendere bene nel mercato internazionale.
“È proprio così. Il Cantone non ci ha ancora pensato e mi piace lanciare l’idea di sostenere quella che in realtà è una vera e propria filiera della musica che raggruppa la musica classica, il jazz, ma anche altri generi musicali importanti. Una filiera che andrebbe sostenuta con il sostegno di tutti”.
Uno sforzo che forse però la popolazione non percepisce. Un nostro sondaggio, anche se statisticamente non molto importante, indica che, nell’eventualità di dover tagliare una rete radiofonica della RSI, la scelta dovrebbe ricadere su Rete2.
“Sì, però è anche vero che un’altra domanda del vostro sondaggio indica che i tagli dovrebbero riguardare l’intrattenimento e non la cultura. Come molti sondaggi i risultati sono discutibili. Ho letto un sondaggio realizzato dal Corriere del Ticino nel quale il 98% delle persone interrogate affermavano la necessità di sostenere l’orchestra. Ovviamente i bisogni primari sono altri, ma è chiaro che, anche demagogicamente, è facile indicare la cultura come qualcosa di superfluo; poi in realtà, in una società come la nostra, dove c’è una discreta distribuzione di benessere, la gente dimostra l’interesse e il bisogno di cultura”.
Si tratta di un interesse narcisista, che si concentra solo sulle attività che danno risalto alla città o al Cantone anche all’estero, o le sembra sia un interesse a tutto tondo?
“Devo dire che vedo un interesse non solo rivolto alle realtà professionali, come per esempio l’OSI o il progetto Martha Argerich, che diventano ambasciatori nel mondo della città di Lugano. In occasione del “Mese della cultura”, durante il quale riuniamo tutto l’associazionismo culturale amatoriale, abbiamo avuto una grandissima risposta con oltre 150 associazioni che hanno partecipato organizzando 250 manifestazioni ed eventi. Tutto questo senza un finanziamento economico della Città che si è limitata a mettere a disposizione gli spazi e a distribuire l’agenda delle attività. Un risultato davvero notevole che testimonia l’interesse per tutti i livelli culturali. Il Polo culturale mira, ovviamente, a un profilo culturale alto che ci permetta di distinguerci dalle altre offerte. Questo però mantenendo la volontà di aprirsi a un pubblico sempre più ampio e sempre più eterogeneo. La premessa, valida a tutti i livelli, è la serietà nel lavoro che si fa”.
Foto apertura: Ti-Press Carlo Reguzzi




