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CONSIGLIO FEDERALE

L'iniziativa "per la democrazia" «va respinta senza controprogetto»

Per il Consiglio federale il trasferimento di competenze alla Confederazione richiesto dall'iniziativa «modificherebbe in modo significativo la ripartizione federalistica delle competenze in materia di naturalizzazione».
20min/Matthias Spicher
Fonte ats
L'iniziativa "per la democrazia" «va respinta senza controprogetto»
Per il Consiglio federale il trasferimento di competenze alla Confederazione richiesto dall'iniziativa «modificherebbe in modo significativo la ripartizione federalistica delle competenze in materia di naturalizzazione».

BERNA -  L'iniziativa "per la democrazia" va respinta e contro di essa non va presentato alcun controprogetto. Lo ha detto il Consiglio federale oggi licenziando il messaggio a destinazione del Parlamento, ribadendo così quanto sostenuto lo scorso febbraio.

L'obiettivo dell'iniziativa "Per un diritto di cittadinanza moderno (Iniziativa per la democrazia)" - lanciata dall'associazione "Aktion Vierviertel/Action Quatre Quarts" - è fare in modo che la legislazione in materia di naturalizzazione rientri nella competenza della Confederazione. Prevede inoltre un diritto alla concessione della cittadinanza dopo cinque anni di soggiorno legale in Svizzera, a condizione che l'interessato non sia stato condannato a una pena detentiva di lunga durata, non comprometta la sicurezza interna ed esterna del Paese e possieda conoscenze di base di una lingua nazionale.

Nel suo messaggio, il governo critica l'approccio adottato dagli iniziativisti: il trasferimento di competenze alla Confederazione richiesto dall'iniziativa «modificherebbe in modo significativo la ripartizione federalistica delle competenze in materia di naturalizzazione ordinaria».

Storicamente, infatti, la regolamentazione della naturalizzazione ordinaria compete ai Cantoni. Per l'esecutivo, il trasferimento di tale competenza alla Confederazione è il motivo principale che depone a sfavore della proposta.

Insieme al messaggio sull'iniziativa, il Consiglio federale ha approvato due rapporti in materia. Il primo chiedeva di indagare sui motivi del numero esiguo di naturalizzazioni di stranieri di seconda generazione.

Sulla base di uno studio esterno, il Consiglio federale ha constatato forti disparità tra i Cantoni nelle procedure di naturalizzazione ordinaria, che non garantiscono sempre l'uguaglianza delle opportunità. Invita pertanto i Cantoni a valutare insieme come semplificare e armonizzare le pratiche.

L'obiettivo è fare in modo che in futuro il luogo di residenza incida meno sul percorso di naturalizzazione, soprattutto per le persone di seconda generazione. Il Consiglio federale esclude tuttavia un trasferimento di competenze alla Confederazione, come chiesto dall'iniziativa, ricordando che il sistema federalista a tre livelli della cittadinanza svizzera ha dato buoni risultati.

Il secondo postulato domandava di esaminare come i Cantoni gestiscono i colloqui di naturalizzazione e la redazione dei relativi verbali. Dallo studio commissionato emerge che in molti casi questi colloqui si svolgono solo oralmente. Non esiste un quadro normativo federale specifico.

Il Governo ritiene però che la stesura obbligatoria dei verbali garantirebbe maggiore certezza del diritto, mentre la registrazione dei colloqui potrebbe migliorarne la qualità e la tracciabilità. Le conclusioni confluiranno nella valutazione in corso della legge sulla cittadinanza.

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COMMENTI
 

tbq 3 gior fa su tio
Ottenere la nazionalità non è incollare i bollini su una scheda, o riuscire a stare abbastanza a lungo in un punto da ottenere il permesso di restarci a vita. Ed essere incensurati, conoscere la lingua e tutto il resto non sono (o meglio, non dovrebbero essere) prerequisiti per la naturalizzaione, ma per il vivere civile. Respingere questa ulteriore bordata anti-svizzera, senza se e senza ma.

Chi ha ragione 3 gior fa su tio
La cittadinanza svizzera dovrebbe essere concessa solo dopo almeno dieci anni di effettiva permanenza nella Confederazione. Naturalmente, senza alcun provvedimento penale, senza ritiri della patente (nemmeno “per un attimo di distrazione”), e senza aver mai fatto ricorso all’assistenza sociale o alla disoccupazione. Tutte le tasse, la cassa malati e i contributi sociali devono essere pagati fino all’ultimo centesimo — perché la precisione, da queste parti, non è un optional. Chi chiede la cittadinanza dovrebbe inoltre saper parlare e scrivere correttamente la lingua del Cantone in cui vive, e comprendere almeno a livello B una seconda lingua nazionale: dopotutto, essere svizzeri significa anche riuscire a capire cosa ti stanno dicendo dall’altra parte del Röstigraben. E per chi è in età da servizio, va da sé che il dovere di partecipare al servizio militare o alla protezione civile non è un dettaglio decorativo, ma parte integrante dell’essere cittadino. Allo stesso modo, bisognerebbe conoscere almeno le basi della geografia del Paese (sapere dove si trova il proprio Cantone è un buon inizio), capire come funziona la politica svizzera e, soprattutto, rispettare tutte quelle regole e norme che rendono possibile la convivenza pacifica e ordinata che tanto amiamo vantare.

Emib5 3 gior fa su tio
Risposta a Chi ha ragione
Credo, ma non ne sono certo, che il tuo testo sia ironico. Mi permetto di aggiungere al testo che la cittadinanza venga però tolta a tutti gli svizzeri per nascita se no ottemperano tutti, proprio tutti, i punti previsti dal tuo decalogo. Secondo te quanti svizzeri rimarranno?

Chi ha ragione 2 gior fa su tio
Risposta a Emib5
Pochi perché la maggior parte ha già lasciato la povera Svizzera ☺️

Emib5 2 gior fa su tio
Risposta a Chi ha ragione
Un po' hai ragione, a metà sono tra quelli che svernano al caldo durante i mesi invernali.
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