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Farmacie svizzere, tra sopravvivenza e buoni affari

Nel settore c'è tensione soprattutto dopo la nascita del progetto di espansione di Galenica Santé e la prevista entrata di Migros sul mercato
Ti-Press
Farmacie svizzere, tra sopravvivenza e buoni affari
Nel settore c'è tensione soprattutto dopo la nascita del progetto di espansione di Galenica Santé e la prevista entrata di Migros sul mercato
BERNA - In Svizzera la concorrenza tra farmacie si fa difficile dopo il progetto di espansione di Galenica Santé e la prevista entrata di Migros sul mercato, insieme al gruppo turgoviese Zur Rose. Tutti gruppi che aspirano ad aumentare gli aff...

BERNA - In Svizzera la concorrenza tra farmacie si fa difficile dopo il progetto di espansione di Galenica Santé e la prevista entrata di Migros sul mercato, insieme al gruppo turgoviese Zur Rose. Tutti gruppi che aspirano ad aumentare gli affari, visti anche l'aumento della popolazione e la speranza di vita.

Nella vendita di medicinali la farmacie hanno un ruolo centrale: oltre la metà dei prodotti passa proprio da loro, ma vent'anni fa la proporzione superava il 60%. Studi medici e ospedali si dividono un quarto circa delle vendite.

Considerare la salute un bene prezioso ha ovviamente un prezzo: pazienti e assicurati spendono 4 miliardi di franchi all'anno in medicinali presso le farmacie, secondo cifre fornite dall'associazione mantello del settore, pharmaSuisse.

Una volta dedotti il prezzo di acquisto di 2,6 miliardi, il margine dei grossisti e i costi per le avvertenze, ai farmacisti rimane circa un miliardo di franchi per coprire i costi e trarre un utile, spiega ancora l'associazione. In media una farmacia ottiene un utile operativo di 200 mila franchi e un quinto del fatturato serve per il personale.

Secondo pharmaSuisse, a fine anno vi erano in Svizzera 1792 farmacie. Si contavano, il 9% in più di vent'anni prima, quando si andava dicendo che un quinto di esse era a rischio sopravvivenza. Oggi il discorso rimane lo stesso: «Un quinto delle farmacie vive una situazione drammatica e si batte per sopravvivere», spiega all'ats Fabian Vaucher, presidente di pharmaSuisse, il quale tuttavia ritiene che il loro numero dovrebbe aumentare leggermente, vista la crescita numerica della popolazione.

«I cambiamenti strutturali sono visibili soprattutto nelle città», prosegue Vaucher. Nuovi spacci aprono in luoghi frequentati quali stazioni, centri commerciali e centri cittadini, mentre le chiusura interessano quartieri fuori mano e zone rurali.

L'ampiezza del fatturato non è determinante, in quanto il margine di manovra imprenditoriale è molto limitato. I tre quarti del giro d'affari provengono da medicinali consegnati su ricetta, medicine pagate dalla casse malattia e per i quali le farmacie sono obbligate ad applicare prezzi fissi.

I preparati senza ricetta rappresentano solo un quarto del fatturato. Si può considerare un'opportunità? No, secondo pharmaSuisse. «A medio termine questi prodotti non sono destinati a crescere, anche se l'automedicazione e la presa di coscienza delle persone per la propria salute si va sviluppando», secondo Fabian Vaucher. Molte farmacie vedono la loro partecipazione a una catena o a un gruppo come una possibile soluzione per diminuire i costi ed è un processo che si va dinamizzando e accentuando. A tutt'oggi solo il 15% di esse si possono considerare "indipendenti" economicamente.

Il 57% sono riunite in gruppi quali Winconcept Partner e Fortis in tutta la Svizzera, o come TopPharm e Rotpunkt nella Svizzera tedesca. Il 28% rimanente di farmacie appartiene a catena quali Galenica, Benu o Topwell. L'attore più importante è il gruppo bernese Galenica (Amavita, Sun Store e Coop Vitality), con 329 insegne. In questi ultimi sei anni - secondo proprie informazioni - Galenica Santé, che è entrata in Borsa, ha acquisito non meno di 62 farmacie e non è finita qui, dovrebbero infatti arrivarne nella catena tra 5 e 15.

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