È definitiva la decisione contro un medico di famiglia 80enne, che ha fatto ricorso a tutti i gradi di giudizio
BADEN - Ha prescritto per anni farmaci a una paziente, telefonicamente e senza mai vederla, in dosaggi che a volte erano doppi rispetto alla dose massima raccomandata. La donna è morta proprio per overdose di un farmaco e lui è finito sotto inchiesta. Quando gli è stata revocata l'autorizzazione a esercitare la professione, ha fatto ricorso in ogni sede, fino al verdetto definitivo: non può più esercitare la professione medica.
L'iter processuale - Le accuse nei confronti del dottore, ora 80enne, erano di prescrizione abusiva e violazione dei doveri di diligenza medica. Il Cantone Argovia gli ha revocato l'autorizzazione all’esercizio della professione e ha imposto un divieto definitivo di esercizio. Lui si è rivolto al Tribunale amministrativo, il quale ha stabilito che l'affidabilità del medico, ai sensi della legge federale sulle professioni mediche, era compromessa e che la revoca dell’autorizzazione era giustificata. Anche il Tribunale federale ora gli ha dato torto. A questo punto, il verdetto è definitivo e il medico dovrà chiudere il suo studio nel distretto di Baden.
Le consultazione telefoniche e la violazione della legge sugli stupefacenti - Si chiude così una vicenda iniziata tre anni fa. Il medico aveva ricevuto l'autorizzazione a esercitare nel 1979. Il decesso per overdose di una paziente ha portato a scoprire le dosi elevatissime prescritte e la modalità: non la riceveva in studio, ma le parlava al telefono. In precedenza, il Tribunale distrettuale di Baden lo aveva condannato in via definitiva per violazione della legge federale sugli stupefacenti.