Inseguimento e momenti di tensione nel centro di Kreuzlingen, interviene la polizia ma a passare dalla parte del torto sono i ragazzini.
TURGOVIA - Si sono spacciati per una 16enne con l'obiettivo incastrare e smascherare un pedofilo, dopo aver concordato un appuntamento. Il modus operandi di Fabio (18 anni) e Justin (19 anni) è analogo a quello di altri gruppi di giovani “giustizieri” attivatisi in Svizzera, e pure in Ticino. Quello che non sapevano è che la trappola, orchestrata in quel di Kreuzlingen (TG), sarebbe finita davvero molto male.
Una volta presentatosi al punto prestabilito, scrive 20 Minuten, l'uomo di 43 anni si è trovato davanti i due bellicosi ragazzi che hanno cercato subito il confronto. Sorpreso e spaventato se l'è data a gambe, ed è iniziato l'inseguimento. A un certo punto ha provato a nascondersi dentro a un ristorante, i due lo hanno raggiunto nel locale continuando a marcarlo stretto.
L'accesa discussione ha portato poi l'intervento della polizia che ha finito per prelevarli tutti e portarli in centrale. Lì sono poi stati sentiti tutti quanti. Il presunto pedofilo dopo 20 minuti è stato lasciato andare.
Il motivo? Come confermato dalla Cantonale di Turgovia il fatto che la giovane fittizia dicesse di avere 16 anni ha «reso impossibile evidenziare atti penalmente rilevanti». Questo perché in Svizzera, comprovato il consenso, non è reato avere rapporti con una persona sedicenne.
«Invitiamo i cittadini a denunciare piuttosto che volersi fare giustizia da soli e lasciare che sia la polizia a occuparsi delle indagini, il rischio di mettersi (e mettere) in pericolo», ribadisce la portavoce Roxanne Gräflein.
Stando all'avvocato zurighese Max Imfeld, descrive il comportamento dei due ragazzi come «ingenuo a dir poco». Non solo, anche penalmente rischioso: «Se lo hanno chiamato “pedofilo” ad alta voce in un locale pubblico, potrebbero essere citati per diffamazione o per calunnia».
Un'eventualità, questa, comunque poco probabile: «Bisognerebbe dimostrare che il loro intento era quello di ledere deliberatamente la sua dignità, il fatto che abbiano agito in buona fede rende più difficile far valere questa tesi in tribunale».