Cerca e trova immobili

FRIBURGOCantone sotto shock dopo il suicidio di due ragazzi

28.11.18 - 10:17
Prima si toglie la vita lui, pochi giorni dopo lo fa la sua fidanzata. Entrambi avevano 16 anni. La tragica morte pone degli interrogativi. È stato fatto abbastanza in termini di prevenzione?
Cantone sotto shock dopo il suicidio di due ragazzi
Prima si toglie la vita lui, pochi giorni dopo lo fa la sua fidanzata. Entrambi avevano 16 anni. La tragica morte pone degli interrogativi. È stato fatto abbastanza in termini di prevenzione?

FRIBURGO - Una dozzina di giorni fa un giovane si è suicidato, gettandosi sotto un treno, in una stazione della linea FFS Romont-Friburgo. Lo scorso fine settimana, anche la sua ragazza ha deciso di mettere fine alla sua vita, nello stesso luogo e allo stesso modo, due giorni dopo la sepoltura del suo amato. 

Il suo corpo sarà sepolto mercoledì. In una settimana, due notizie di cronaca nera, praticamente identiche, sono state pubblicate dalla stampa locale. Due morti di due giovani di 16 anni che hanno deliberatamente deciso di porre fine alla loro vita. 

Gli abitanti del distretto della Sarine, e più in particolare gli studenti del Ciclo di orientamento che la coppia aveva frequentato fino all'estate scorsa, sono sotto shock. Su vari social network, compresi i gruppi di WhatsApp, i messaggi sono innumerevoli. «Ci facciamo molte domande. È stato fatto abbastanza in termini di prevenzione e controllo? Questo secondo suicidio era evitabile? Come affrontare questi temi delicati con gli adolescenti? E, soprattutto, dove rivolgersi per un consiglio?», si domanda una persona vicina alle due famiglie direttamente colpite da queste morti.

Un genitore in particolare accusa la scuola di non aver monitorato la situazione. Ma, da parte sua, il direttore dell'istituto sottolinea che un'unità di crisi, che comprende vari professionisti tra cui quelli della polizia cantonale, era stata attivata dopo il primo suicidio. «Gli studenti che ne sentivano il bisogno potevano esprimere il loro dolore o le loro paure», spiega. Dopo la morte della ragazza, inoltre, i docenti sono stati invitati a parlare apertamente dell'argomento con i loro studenti. E una lettera è stata inviata a tutti i genitori».

Nei comuni in cui vivevano i due adolescenti, per il momento non è previsto nulla. «Tuttavia, se i cittadini lo dovessero richiedere ci attiveremo», spiega uno dei due sindaci. 

«La cosa più importante è non farne un tabù e ascoltare i giovani. Una tecnica comune è parlare del suicidio in modo generale e, a seconda delle reazioni, andare oltre nella discussione o parlare con dei professionisti», consiglia Leonore Dupanloup, responsabile della comunicazione dell'associazione Stop Suicide. Inoltre, per i genitori preoccupati,  raccomanda di contattare gli specialisti di Pro Juventute. In caso di emergenze, infine, c'è anche una canale apposito del 147. 

Quanto a sapere se la giovane donna avrebbe potuto essere salvata, Léonore Dupanloup conclude: «Non c'è mai un singolo fattore che spinge un giovane ad agire. Ma il lutto, specie a seguito di un suicidio, è chiaramente un fattore di rischio in più. Durante i giorni tra le due morti ci sono stati sicuramente dei segnali di pericolo che non potevano però essere rilevati da chi stava vicino alla ragazza. In questi casi è importante affidarsi a strutture professionali».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Dioneus 5 anni fa su tio
O forse, Saliba Malke, la selezione naturale servirebbe per qualcun'altro ;)

Equalizer 5 anni fa su tio
Questi ragazzi crescono soli, senza nessuno vicino, senza nessuno in casa con cui confrontarsi, anche litigare se il caso, ma almeno così c'è un contrasto, un'altra opinione. Molti genitori oggi, un po' obbligati, un po' per esibizione, pensano prima ai soldi e all'immagine che ai figli, se non fosse così non avremmo i casi sociali che abbiamo. La famiglia ha ormai perso importanza, viene valutata solo in costi, e questo ha distrutto il senso di essere famiglia o meglio ha distrutto l'anima della famiglia. E così si perdono figli disorientati, perché non hanno mai avuto chi gli indicasse una direzione o un'obbiettivo coerente da raggiungere.
NOTIZIE PIÙ LETTE