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SVIZZERA

La bolla dell'IA? «Scoppierà, ma non il prossimo anno»

C'è dibattito fra gli esperti: in pochi pensano comunque che i nodi arriveranno al pettine già nel 2026.
IMAGO/Depositphotos
Fonte ats
La bolla dell'IA? «Scoppierà, ma non il prossimo anno»
C'è dibattito fra gli esperti: in pochi pensano comunque che i nodi arriveranno al pettine già nel 2026.

ZURIGO - Gli esperti svizzeri sono divisi riguardo alla tanto discussa possibile bolla dell'intelligenza artificiale (IA): una parte la vede scoppiare fra qualche anno, un'altra non intravede in realtà nessun problema, mentre pochi ritengono che i nodi arriveranno al pettine già nel 2026.

A scattare la fotografia dei rischi della finanza è la prima edizione dello studio "Swisscanto CIO Survey" pubblicato oggi dalla Banca cantonale di Zurigo (ZKB), basato sulle risposte a un sondaggio a cui hanno partecipato 51 responsabili degli investimenti (Chief Investment Officer, CIO) di società finanziarie elvetiche, interpellati tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre.

Il quadro che ne emerge è di cauto ottimismo, con un chiaro focus su azioni selezionate e metalli preziosi, mentre le obbligazioni perdono di fascino. In un contesto di ricerca di protezione dal rischio l'oro si conferma la categoria di investimento più amata: malgrado il prezzo sia raddoppiato in due anni, solo l'8% dei CIO prevede un calo del corso nei prossimi sei mesi. Nessuno dei professionisti intervistati sottopesa il metallo prezioso nei portafogli e, anzi, quasi un terzo si aspetta un rialzo forte, con prezzi che potrebbero superare i 4500 dollari l'oncia.

Un sentimento positivo simile riguarda i fondi immobiliari svizzeri quotati: quasi il 90% degli esperti si aspetta una performance moderatamente positiva. All'estremo opposto si trovano le obbligazioni in franchi, assai poco gettonate nonostante la reputazione di porto sicuro. L'82% dei CIO le ha sottopesate nella propria allocazione tattica, sulla scia delle basse aspettative di rendimento. Solo il 10% crede comunque che i rendimenti dei titoli di stato della Confederazione a 10 anni torneranno in territorio negativo, nonostante i tassi siano già sotto zero per le scadenze fino a 5 anni.

Per quanto riguarda le azioni, le regioni più gettonate sono i mercati emergenti e gli Stati Uniti. I titoli svizzeri si collocano in una posizione neutrale, con il 51% dei CIO che li tratta in maniera bilanciata. Il franco si conferma la valuta più attraente per il 64% degli intervistati, ribadendo il suo ruolo di bene rifugio, mentre l'euro è la moneta estera preferita. Solo una minoranza (14%) intende aumentare le coperture sul rischio di cambio, probabilmente a causa degli elevati costi.

Il tema caldo dell'intelligenza artificiale divide gli esperti. Il 45% dei CIO non vede alcuna bolla, mentre il 47% si aspetta che essa scoppi fra il 2027 e il 2030; solo una minoranza del 9% scommette su una correzione già nel 2026. Questo suggerisce che i rischi sono percepiti come presenti a medio termine, malgrado la forte presenza della questione sui media.

La conclusione? I valori reali come oro, azioni e immobili sono molto più richiesti delle obbligazioni. Proprio nel caso dell'oro, però, l'opinione è talmente unanime che l'aumento dei prezzi potrebbe essere un segnale d'allarme, mettono in guardia gli estensori della ricerca. Il clima generale tra i CIO è ottimista, ma non eccessivamente euforico, concludono gli specialisti di ZKB.

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