La Confederazione presenta le fatture agli attivisti della Flotilla

Il Governo chiede il rimborso per l'assistenza fornita: sono oltre 500 franchi a persona. Le critiche: «Decisione disonorevole»
BERNA - L'assistenza fornita dal Governo non è gratuita.
Un conto salato - A 19 attivisti svizzeri, partecipanti alla flotilla per Gaza e incarcerati da Israele a ottobre, l'esecutivo federale ha presentato il conto. Lo scrive il Tages-Anzeiger. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha confermato al giornale di aver inviato una fattura a tutte le 19 persone. I costi riguardano «le intermediazioni con le autorità israeliane, le visite nel carcere israeliano di Ketziot e il sostegno per il ritorno in Svizzera».
In media 510 franchi per persona - I costi sono stati calcolati individualmente per tutti i partecipanti, poiché la durata della loro detenzione è stata differente. In media, il DFAE ha fatturato 510 franchi per persona. Tuttavia, i costi effettivi sostenuti dal DFAE sono stati più alti. Nell’ottobre scorso, la NZZ scriveva che l’impegno legato alla flottiglia di protesta per Gaza ammontava fino a quel momento a circa 600 ore di lavoro.
L'arresto - Gli attivisti, lo ricordiamo, avevano provato a portare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, rompendo il blocco navale imposto da Israele. I cittadini elvetici hanno ignorato gli avvertimenti delle autorità svizzere che consigliavano di non recarsi in Medio Oriente. Alla fine, la flottiglia è stata fermata dalle forze navali israeliane e gli attivisti sono stati arrestati.
«Vergogna» - Tra gli attivisti e le attiviste, il contributo ai costi ha suscitato malcontento. Un partecipante di Ginevra ha scritto su Instagram che si tratta di «una vergogna». In Israele sarebbe stato «detenuto illegalmente, maltrattato, umiliato, disumanizzato e poi privato dei miei diritti più fondamentali».
Sancito dalla legge sugli svizzeri all’estero - Il DFAE aveva già annunciato che i costi dei servizi offerti dallo Stato sarebbero stati addebitati agli interessati. Chi decide di viaggiare nonostante gli avvertimenti del DFAE lo fa a proprio rischio e pericolo. Questo principio è sancito dalla legge sugli svizzeri all’estero. Il governo non è responsabile se le persone coinvolte ignorano le raccomandazioni o si comportano in modo negligente, si legge nel testo di legge.
«Decisione disonorevole» - L’organizzazione Waves of Freedom, nata dall’unione di sostenitori e sostenitrici della flottiglia, ha criticato la decisione. Si spera che le autorità svizzere annullino questa «decisione disonorevole», ha scritto l’organizzazione in un comunicato.




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