Falle nella governance degli ospedali: «Troppi boomer dei Cda»

Gli audit della Corte dei conti hanno rilevato inoltre una mancanza di competenze e una gestione lacunosa dei conflitti d'interesse.
GINEVRA - A Ginevra un audit della Corte dei conti pubblicato oggi mette in luce falle nella governance degli Ospedali universitari ginevrini (HUG).
Il dito è puntato soprattutto contro un numero eccessivo di membri del consiglio d'amministrazione (cda), una mancanza di competenze e una gestione lacunosa dei conflitti d'interesse.
"Numerosi vincoli legali e normativi impediscono un funzionamento efficiente ed efficace del cda", ha detto ai media Sophie Forster Carbonnier, della Corte dei conti.
Secondo il rapporto, il cda di 19 membri è problematico. Gli altri ospedali universitari svizzeri contano organismi di 7 o 8 persone, ha proseguito Forster Carbonnier. Con un numero così elevato di presenti la qualità degli scambi si abbassa e le durate delle riunioni si allunga.
Un'altra particolarità tutta ginevrina, la presenta nel cda di rappresentanti dei partiti politici (6 membri), è nel mirino dell'audit.
Insufficiente è poi la gestione dei conflitti di interesse. Un legame famigliare problematico aveva ad esempio costretto un membro del cda alle dimissioni. Fondamentalmente, mancano i controlli necessari al momento della nomina. La Corte dei conti suggerisce di designare un'autorità per effettuare la sorveglianza.
Molti "boomer"
A causa poi di esigenze non ben definite, il cda manca di alcune competenze, ad esempio nel digitale, nel diritto e nell'immobiliare, ambiti chiave per una realtà come l'HUG. I profili sono poi poco variati e si riscontra un'età media di 62,5 anni. "Il cda ha molti boomer", ha detto Forster Carbonnier.
In totale, la Corte dei conti ha emesso dodici raccomandazioni e tutte sono state accettate. In funzione da meno di due mesi, il presidente del cda David Hiler ha precisato che l'80/90% delle raccomandazioni potranno essere applicate entro il prossimo marzo.
L'audit è stato svolto fra maggio e settembre scorsi. Si basa fra l'altro su un questionario consegnato ai 19 membri del consiglio d'amministrazione e al responsabile del Dipartimento ginevrino della sanità (DSM), Pierre Maudet. Sono poi anche stati effettuati vari colloqui mirati.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!