Saltare scuola oppure stare a casa del lavoro con sintomi influenzali: non sempre però il paziente dice la verità.
ZURIGO - Malgrado la primavera inizi ad affacciarsi, l’influenza non è ancora stata sconfitta. E tra mal di gola, tosse, raffreddore e febbre, come ogni stagione, c’è qualche furbetto che cerca di approfittarne. Come? Con un certificato medico che li esenti dal lavoro oppure dalla scuola.
Un certificato "falso" - «Nella stragrande maggioranza dei casi, la richiesta di una nota medica è corretta e giustificata», spiega a 20Minuten Stephan Steiner, medico di base a Wettingen. Eppure: «Sono sicuro che molti medici hanno già emesso note di malattia che non erano assolutamente necessarie».
La domanda sorge spontanea: perché? «Perché noi medici dobbiamo curare il paziente, e spesso abbiamo solo la sua dichiarazione e quindi dobbiamo fidarci della sua correttezza».
Le armi del medico - Ma il medico può rifiutarsi di rilasciare un certificato e quali armi ha per non cadere nel “tranello” del paziente? «Certo, possiamo rifiutarci di firmare un certificato. Si tratta di documenti ufficiali, se dovessero essere rilasciati in modo scorretto rischiamo una sanzione».
«Ci sono casi sospetti, ad esempio, in persone che si presentano spesso con sintomi come mal di testa, stanchezza, vertigini e raffreddore. Questi sintomi non possono essere rilevati in modo oggettivo in laboratorio o con l'ausilio di apparecchiature: il medico deve quindi effettuare un'analisi più approfondita».
I passi falsi del paziente - Come? «Ponendo domande precise con una giusta dose di sensibilità. Spesso è sufficiente un colloquio diretto: alcune persone si sentono addirittura sollevate quando si dice loro che probabilmente non hanno vuotato il sacco. A seconda del vero motivo - che si tratti della malattia di una persona cara o di una situazione di stress lavorativo - una certa forma di congedo per malattia è ancora possibile».
Un negoziato medico-paziente che negli ultimi anni è cambiato. «Soprattutto dopo il Covid le cose sono cambiate. I pazienti più giovani si rivolgono sempre più spesso allo studio. In generale, ho notato una tendenza sociale a rivolgersi al medico per disturbi minori».
E su questo aspetto il dottore non è sorpreso. «Sebbene molte informazioni su malattie e sintomi siano a disposizione di tutti, c'è sempre più incertezza su come valutarli».