Tensioni, razzismo e sessismo tra gli agenti di polizia

Lo ha rivelato uno studio condotto tra gli agenti della Cantonale basilese.
BASILEA - Cultura della paura, mancanza di fiducia nella direzione e misure inadeguate in materia di sessismo e razzismo. Sono solo alcune delle critiche mosse a determinate unità della polizia cantonale di Basilea Città dai dipendenti interpellati nel corso di un'inchiesta pubblicata venerdì.
«C'è un'atmosfera di tensione tra il personale», ha riassunto davanti ai media il responsabile dello studio, l'esperto di diritto costituzionale e amministrativo Markus Schefer dell'Università di Basilea, per il quale è necessario un cambio di rotta.
Durante le interviste sono stati espressi commenti critici nei confronti della dirigenza, in alcuni casi il comandante non viene per esempio più preso sul serio, oppure non viene percepito come una persona rispettabile, ma piuttosto come un compagno.
Il rapporto mette però in luce anche casi di razzismo e sessismo. Ci sono state segnalazioni di incidenti che sono andati oltre il quadro legale consentito, secondo Schefer. La cultura all'interno della polizia è ancora dominata dagli uomini e le donne vengono trattate in modo rozzo.
Gli autori del rapporto raccomandano la creazione di strutture che possano sanzionare chi si rende responsabile di comportamenti fuori luogo. Gli episodi di razzismo devono inoltre essere affrontati in modo più approfondito.
All'inchiesta, condotta per accertare le cause dell'ondata di licenziamenti e della carenza di personale nel corpo di polizia, hanno partecipato in maniera volontaria 372 persone. Di queste, circa 320 erano membri della polizia cantonale, ovvero un terzo degli oltre 1000 dipendenti. Gli altri erano ex agenti e membri di altre unità amministrative.




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