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FRIBURGOPrigione a vita per l'agricoltore: «Voleva eliminarli fin dall'inizio»

01.03.23 - 14:53
Nel 2020, il 33enne aveva truffato e ucciso a sangue freddo due persone da cui aveva intascato dei soldi per dei trattori (mai consegnati).
Deposit (archivio)
Fonte ats
Prigione a vita per l'agricoltore: «Voleva eliminarli fin dall'inizio»
Nel 2020, il 33enne aveva truffato e ucciso a sangue freddo due persone da cui aveva intascato dei soldi per dei trattori (mai consegnati).

FRIBURGO - Il Tribunale penale della Gruyère ha condannato oggi alla prigione a vita un agricoltore di 33 anni per duplice assassinio. L'imputato è stato ritenuto colpevole dell'uccisione di due uomini, padre e figlio, nel marzo 2020 a Sorens (FR) per una vicenda legata all'acquisto di trattori.

La condanna, pronunciata senza condizionale, tiene conto di diversi capi d'accusa. Oltre a quello di assassinio, all'uomo sono stati addebitati vari altri reati, fra cui quelli di appropriazione indebita, turbamento della pace dei defunti e truffa.

Le due vittime, di origini macedoni ma residenti a Cugy (VD), rispettivamente di 47 e 23 anni, sono state colpite da quattro colpi di fucile mentre cercavano di fuggire. Sono poi state gettate nella fossa dei liquami.

La sentenza segue le richieste della procura. Questa, durante il processo, aveva parlato di un crimine di rara efferatezza nella storia giudiziaria cantonale, commesso per di più da un individuo sano di mente. «Sangue freddo e autocontrollo», ha detto la presidente del tribunale descrivendo il colpevole.

Stando alla ricostruzione fornita dal Ministero pubblico, l'agricoltore aveva lucidamente deciso fin dall'inizio di eliminare i due. «Le vittime sono state massacrate, crivellate di colpi e poi sfigurate, con una tale violenza che l'arma si è rotta», aveva evidenziato il procuratore. La difesa chiedeva invece una condanna a nove anni di carcere, sostenendo che l'atteggiamento delle vittime fosse stato intimidatorio e aggressivo.

Né trattori né soldi
I fatti si sono svolti in uno chalet di montagna in un'alpe della regione di Sorens. I due erano andati dall'agricoltore per reclamare il denaro pagato per tre trattori di seconda mano, in realtà mai consegnati. Secondo quanto emerso, l'imputato non aveva alcuna intenzione di consegnare i mezzi agricoli e non era nemmeno in possesso dei soldi. Ha dunque minuziosamente premeditato il delitto.

La sera del 24 marzo 2020, padre e figlio si sono recati nell'azienda che l'agricoltore gestiva con il padre per discutere dell'acquisto dei trattori, per i quali avevano versato 34'000 franchi. L'uomo non aveva recapitato i veicoli, anche perché non li possedeva.

L'agricoltore, che lavorava da dieci anni senza un vero e proprio stipendio, non era neanche in grado di restituire il denaro. Lo aveva infatti usato per comprare un cavallo alla sua compagna, un mezzo destinato al trasporto della bestia nonché un fucile da caccia, la stessa arma poi usata nel fatto di sangue.

Premeditazione
Prima di recarsi su luogo dell'appuntamento, già da lui preparato in vista di quello che stava per succedere, l'imputato aveva piazzato l'arma carica nel suo pickup. Vista la situazione finanziaria precaria della sua azienda familiare, con 1,5 milioni di debiti e iscritta al registro esecuzione e fallimenti, aveva inoltre stilato una falsa ricevuta che menzionava l'effettuato rimborso dei 35'000 franchi ai macedoni.

Quando l'agricoltore ha spiegato ai due che i loro soldi non c'erano, il più anziano lo ha minacciato. A quel punto, il friburghese ha imbracciato il fucile, sparando ai due e gettandoli nella fossa dei liquami, al momento dei fatti piena d'acqua. I corpi sono stati ritrovati avvolti in una rete per fieno appesantita dal coperchio di un tombino. Presentavano ferite inferte con un fucile, ma anche tracce di colpi al volto inflitte con la canna e il calcio dell'arma.

Il killer è poi tornato a Sorens, dove ha cenato tranquillamente con la compagna. Il giorno dopo ha lavorato come se niente fosse: nessun testimone ha affermato di aver notato segni di nervosismo. Non avendo più alcuna notizia dei due, la famiglia delle vittime ha però avvisato la polizia, che ha in poco tempo trovato diversi indizi a carico dell'uomo, fra cui la localizzazione dei cellulari dei macedoni. Quando gli agenti si sono presentati alla porta, l'assassino non ha opposto resistenza e ha rapidamente confessato.

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