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IL FENOMENO«Una famiglia potrebbe campare con i soldi che spendo in un mese per i videogame»

31.12.22 - 08:00
Indebitarsi e perdere il lavoro, per colpa dei videogiochi. È una cosa che può capitare (e capita) anche in Svizzera. Quattro storie diverse ma simili
Archivio Reuters
Un ragazzo americano gioca a “Fortnite“ in camera sua, in una foto d'archivio.
Un ragazzo americano gioca a “Fortnite“ in camera sua, in una foto d'archivio.
«Una famiglia potrebbe campare con i soldi che spendo in un mese per i videogame»
Indebitarsi e perdere il lavoro, per colpa dei videogiochi. È una cosa che può capitare (e capita) anche in Svizzera. Quattro storie diverse ma simili

ZURIGO - Apparentemente gratuiti e inoffensivi, in realtà delle miniere di soldi di caratura mondiale (in grado di generare miliardi d'indotto) che si basano anche sull'indebitamento degli ignari e dei soggetti a rischio. Siano essi bambini, adulti inconsapevoli o adolescenti con problemi di autostima e autocontrollo.

Di recente il colosso hi-tech Epic Games, l'azienda di “Fortnite”, è stata condannata dalla Federal Trade Commission americana a pagare 520 milioni per aver invaso la privacy dei giovanissimi gamer, e utilizzato «interfacce ingannevoli per portare all'acquisto di beni digitali da parte di bambini e ragazzi».

Si tratta della prima decisione di questo tipo in un settore, quello del videogiocare moderno, caratterizzato da sistemi di monetizzazione predatòri e davvero al limite del gioco d'azzardo. I colleghi di 20 Minuten hanno raccolto alcune testimonianze di ragazzi* e non solo, che con i videogiochi hanno avuto relazioni decisamente problematiche.

Tungradun (nome di gioco), 25 anni: «Non riuscivo più a distinguere la realtà dalla finzione»

Ore e ore spese giocando ai giochi di ruolo online, soprattutto “Black Desert Online”, con investimenti anche importanti: «Ho iniziato quando avevo 18 anni e ho speso in tutto almeno 10'000 franchi», ricorda il giovane videogiocatore, «giocavo tutta la notte, anche quando di giorno lavoravo per l'apprendistato... mi è capitato di darmi malato diverse volte per giocare. Alla fine ho perso il lavoro e ho smesso anche di pagare le bollette. Quando ho toccato il fondo ho capito di avere un problema e non ero l'unico... il capo della mia gilda nel gioco aveva debiti reali per 60'000 franchi. A quel punto ho mollato, avrò avuto 22 anni. Nel ritrovarmi come persona mi aiutato molto anche perdere peso, ero ingrassato parecchio. Ogni tanto penso a dove avrei potuto essere oggi, senza quel mio periodo oscuro».

Simon*, 14 anni, «Tutti i miei compagni lo facevano, quindi dovevo farlo anch'io».

«Ho giocato a ”Fortnite“ un anno o due, fra i 13 e i 14 anni. Ripensandoci, mi pento di aver investito così tanti soldi della mia paghetta nel gioco. In totale avrò speso circa 600 franchi, che sono molti per la mia età, e francamente avrei preferito farci altre cose. Però tutti i miei compagni di scuola giocavano e acquistavano regolarmente skin (i “vestiti” che si indossano nel gioco, ndr.) e non potevi non adeguarti. Alcuni miei amici hanno speso fino a più di 1'000 franchi, in qualche modo sentivo la pressione ed ero spinto a spendere. Oggi ormai non gioco più a “Fortnite”, ho trovato altri hobby, e ne sono felice».

Thomas*, 56 anni: «Con i soldi che mi gioco in un mese, una famiglia potrebbe camparci».

«Gioco da anni a un gioco online che si chiama “War Robots”. È probabilmente uno di quelli più dispendiosi sul mercato. Ogni quattro-sei settimane arriva un aggiornamento con nuove armi e robot che diventano via via sempre più costosi. Attualmente investo circa 1'000 franchi al mese. Altri giocatori spendono addirittura 6'000-7'000 franchi. Non mi sono mai indebitato perché ho un lavoro ben retribuito ma una famiglia potrebbe camparci con i soldi che mi gioco ogni mese. Sono davvero uno stupido a spendere così tanti soldi per un gioco. Consiglio caldamente a tutti di non scaricarlo e non giocarci mai».

Sandro*, 45 anni: «Mio figlio mi ha addebitato 600 franchi sul mio conto PayPal per “Fortnite“».

«Mio figlio di dieci anni è riuscito ad accedere al mio conto PayPal e ha effettuato diversi acquisti. L'ho scoperto solo quando è stato raggiunto il limite della carta di credito. È successo solo perché avevo salvato automaticamente la password sul PC. Ha acquistato principalmente skin su Fortnite, ma giocava anche a “Roblox” e “Brawl Stars”. Parlando con lui mi sono reso conto della pressione che questi giochi esercitano sui ragazzi. Senza le “skin” non si è “fighi”. Ha poi dovuto riguadagnare i 600 franchi spesi con lavoretti domestici e gli è stato vietato di giocare fino alla fine dell'anno. Per il gaming da me non vedrà un centesimo, anche nel 2023. Se lo vorrà, potrà investire una parte della sua paghetta nei videogiochi ma il mio accesso a PayPal è off limits: è protetto più volte con una password criptata e un codice SMS».

*nomi noti alla redazione

Alcuni consigli per evitare di indebitarsi

«Se si redige un piano di spese e lo si rispetta, è relativamente semplice evitare di cadere nell'insidiosa trappola del debito», afferma Pascal Pfister di Consiglio Debiti Svizzera (Schuldberatung Schweiz). Basta una rapida ricerca su Google per trovare diversi modelli di budget mensili praticamente già pronti all'uso.

Per un reddito netto mensile di circa 3'000 franchi una spesa salutare per quanto riguarda il tempo libero si aggira attorno ai 170 franchi: «Nella cifra però sono comprese diverse cose non essenziali e non solo il gaming, per esempio il parrucchiere», conferma Pfister. Altro consiglio utile riguarda la carta di pagamento che è meglio sia una prepagata piuttosto che una di credito: «In questo modo è possibile decidere il limite e non superarlo».

Se si ha il dubbio di soffrire di una dipendenza dal gioco, è necessario contattare tempestivamente un servizio di consulenza sulle dipendenze: «Il rischio vero è finire per cercare aiuto troppo tardi, ovvero quando si sta già affondando in un mare di debiti», conclude Pfister.

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COMMENTI
 

Mirschwizer 1 anno fa su tio
Na Masa da Cretin

Mal 1 anno fa su tio
Epic MegaGames. Gli auto eletti salvatori del PC gaming. La cosa tragica è che noi 40enni siamo cresciuti coi videogames e sappiamo che sono un intrattenimento sano e istruttivo. Ma quello che viene propinato ai giovani di oggi è altra roba, è letteralmente gioco d'azzardo creato a tavolino da esperti in psicologia per creare dipendenza e rovinare le persone. E società cancerogene come quella sopracitata si adoperano per contaminare con questo schifo anche in nicchie che fino a poco tempo fa ne erano immuni come il pc. Finirà che arriveranno i soliti talebani di destra e invece di sanzionare i publishers malevoli vieteranno tutto quanto in nome della tradizione.

Duca72 1 anno fa su tio
Generazione Z

Sarà 1 anno fa su tio
Risposta a Duca72
@Duca72 le vittime sono della generazione Z, ma i delinquenti sono della generazione precedente. Ma ce n'è per tutte le generazioni, case da gioco online, poker online e siti per adulti, nei quali molti si rovinano senza uscire di casa. E forse ricordi quando le macchinette mangiasoldi erano in tutti i bar.
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