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SVIZZERAL'iniziativa dei Verdi: divieto di nuovi motori a combustione dal 2025

09.06.22 - 06:30
La proposta segue a ruota la decisione dell'UE di attuare un divieto simile entro la fine del 2035.
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L'iniziativa dei Verdi: divieto di nuovi motori a combustione dal 2025
La proposta segue a ruota la decisione dell'UE di attuare un divieto simile entro la fine del 2035.
Il termine di soli tre anni solleva parecchie perplessità e critiche: «Un divieto del genere danneggia l’innovazione» afferma Thomas Hurter, consigliere nazionale UDC.

BERNA - Il Parlamento europeo ha annunciato ieri la decisione di vietare la produzione di veicoli a combustione entro il 2035. Sullo slancio della scelta dell’Ue, il gruppo Verdi del nostro paese vuole proporre un'iniziativa simile, ma più radicale, anche in Svizzera. Si apre il dibattito.

L'iniziativa - «È stato scientificamente dimostrato che dobbiamo affrettarci ad abbandonare l'energia fossile. I tempi devono essere ridotti» spiega Aline Trade, capogruppo dei Verdi. Trade sostiene anche che l'abbandono stimolerebbe l'innovazione nel campo delle fonti energetiche alternative. L’iniziativa è chiara: dal 2025 non saranno immatricolati in Svizzera nuovi veicoli alimentati a combustibili fossili.

Molti dubbi - Al consigliere nazionale Roger Nordmann il termine del 2025 non convince, è troppo breve. «13 anni permettono all’industria di adeguarsi e riorganizzarsi. In caso contrario, i prezzi, per esempio per le batterie elettriche, potrebbero esplodere» spiega Nordmann.

La consigliera nazionale Priska Wismer-Felder (Centro) ha accolto in modo positivo il provvedimento del Parlamento europeo. La decisione intrapresa è quella giusta in quanto non sarebbe possibile evitare l’abbandono delle energie fossili. «Ma serve un approvvigionamento sicuro di elettricità, per coprire il fabbisogno dei veicoli elettrici». Per la deputata l’obiettivo dei Verdi non sarebbe qui però realistico: «Temo che tra tre anni non ci saranno ancora sufficienti colonnine di ricarica, tantomeno sufficiente corrente elettrica».

Per Thomas Hurter, consigliere nazionale UDC e presidente dell’Unione svizzera professionale dell’automobile, un divieto del genere «danneggia l’innovazione». Non sarebbe insomma la strada giusta da seguire, in quanto la mobilità elettrica non è la sola alternativa per il futuro. «Avranno un ruolo importante anche i carburanti sintetici, per i quali le vetture sarebbero già pronte» conclude Hurter.

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