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VAUD«Missione compiuta»

17.07.21 - 13:04
Il Montreux Jazz Festival ha avuto la meglio sia sul maltempo che sulla pandemia
keystone-sda.ch / STF (LAURENT GILLIERON)
«Missione compiuta» per il Montreux Jazz Festival.
«Missione compiuta» per il Montreux Jazz Festival.
Fonte Ats
«Missione compiuta»
Il Montreux Jazz Festival ha avuto la meglio sia sul maltempo che sulla pandemia

VAUD - Né il coronavirus né la meteo poco favorevole sono riusciti a piegare il Montreux Jazz Festival (MJF), che mette a termine oggi l'edizione di quest'anno in un clima di soddisfazione. La sensazione è quella della «missione compiuta», ha affermato il suo direttore Mathieu Jaton.

«È stato meraviglioso vedere la gente tornare ai concerti e gli artisti ritrovare il loro pubblico: ho ricevuto innumerevoli ringraziamenti per questo», ha spiegato. Il 46enne si è detto tanto più commosso sapendo che nulla è stato facile: con le incertezze legate al Covid-19, il progetto «è cambiato mille volte» negli ultimi mesi. E senza «l'abnegazione e il coraggio» di chi ha lavorato per il festival la 55esima edizione non si sarebbe mai tenuta.

Completamente ridisegnato per soddisfare le esigenze sanitarie, il MJF ha attirato 40'000 spettatori in 16 giorni, rispetto ai circa 250'000 di un'edizione normale. I concerti sui due palchi a pagamento, uno sul lago e l'altro al Montreux Palace, erano sempre esauriti: 15'000 i biglietti venduti.

Se la pioggia ha limitato la presenza dei festivalieri nelle aree esterne, non ha portato alla cancellazione di nessun concerto a pagamento. Solo due serate dell'artista italiano Zucchero hanno dovuto essere spostate dal lago al Petit Palais.

Sul fronte sanitario, 2500 test rapidi sono stati effettuati nel centro installato sul sito del festival, 2000 per il pubblico e 500 per il personale. Non sono stati registrati casi positivi. La presentazione del certificato Covid per assistere ai concerti a pagamento ha causato solo un inconveniente: sono sorti problemi di compatibilità con alcuni certificati di altri cantoni e paesi. Le difficoltà sono state risolte caso per caso.

Dal punto di vista musicale, Mathieu Jaton si è detto particolarmente soddisfatto delle performance della nuova generazione di musicisti svizzeri, a cominciare da Arma Jackson e Priya Ragu. Forte è stato anche l'impatto del pianista e rapper francese Sofiane Pamart, che ha approfittato della sua visita a Montreux per girare il suo nuovo videoclip.

La vera star dell'evento di quest'anno è però stato il palco sul lago, eretto a 39 metri dalla riva davanti a una tribuna da 520 posti. «Ha sedotto tutti», ha detto Jaton. «Che ci fosse il sole o la pioggia avevamo l'impressione di essere in un quadro di Hodler. Volevamo che questo ritorno alla musica dal vivo fosse sublimato, e ciò è stato possibile grazie a questo palco». Il direttore del festival non esclude che venga ricostruito negli anni a venire.

Secondo Jaton il MJF, come altri festival, dovrà riflettere sul suo posizionamento nei prossimi mesi. A suo avviso sussiste infatti il «rischio di overdose», una volta che la crisi del coronavirus sarà finita e tutti i concerti verranno riprogrammati. «Il pubblico sarà in grado di seguire? Sarà molto importante anticipare e riflettere sui valori che fanno un festival», conclude lo specialista.

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