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BERNA Casi di rigore, estesa la cerchia beneficiari

01.12.20 - 14:41
Il Nazionale abbassa a 50 mila franchi la soglia di fatturato che darebbe diritto a richiedere un aiuto urgente.
tipress (archivio)
Fonte ats
Casi di rigore, estesa la cerchia beneficiari
Il Nazionale abbassa a 50 mila franchi la soglia di fatturato che darebbe diritto a richiedere un aiuto urgente.
Per quanto riguarda l'estensione dei beneficiari delle indennità per lavoro ridotto, il plenum ha bocciato tutte le proposte volte ad allargare ulteriormente la cerchia dei beneficiari per non sovraccaricare.

BERNA  - Affrontando oggi quale prima camera le modifiche alla Legge Covid-19, destinate a sostenere le aziende in difficoltà (casi di rigore) e le società sportive che soffrono per l'assenza di spettatori, il Consiglio nazionale ha esteso la cerchia di chi potrebbe far capo a un sostegno finanziario.

In particolare, rispetto al progetto del Consiglio federale, il plenum ha seguito la sua commissione preparatoria, abbassando a 50 mila franchi, la soglia di fatturato che darebbe diritto a un'azienda in difficoltà di richiedere un aiuto urgente. Un'azienda otterrà sostegno solo se era redditizia prima della crisi. Il Governo crede che, per richiedere i contributi per i casi di rigore, un'impresa debba avere conseguito ricavi di almeno 100 mila franchi prima dell'epidemia.

L'impatto della pandemia sull'economia e sulla società è noto, ha spiegato a nome della commissione Fabio Regazzi (PPD/TI). Un quarto dell'economia svizzera ha perso quest'anno la metà del suo fatturato. Per non parlare degli effetti sociali. Con la soluzione per i casi di rigore dovrebbe consentire alle società in sofferenza di superare la seconda ondata, ha aggiunto il ministro delle Finanze Ueli Maurer.

In questo contesto, gli aiuti per i casi di rigore saranno aumentati a un miliardo di franchi. La Confederazione sosterrà circa due terzi dei costi, i Cantoni il restante terzo. Le procedure saranno semplificate per i Cantoni e l'accesso ai dati aziendali sarà facilitato.

Il plenum ha poi stabilito che, per ottenere un aiuto, il fatturato nel 2020 deve essere inferiore al 60% della media pluriennale. I Cantoni, dal canto loro, potranno decidere se tenere conto dell'indennità ricevuta nel 2020 in caso di lavoro a tempo ridotto o perdita di guadagno legata al Covid-19.

La quota di costi fissi non coperta deve essere presa in considerazione. Inoltre, un'impresa dovrebbe poter beneficiare dei vari tipi di aiuto, a condizione che i suoi settori di attività siano chiaramente delimitati e che non vi siano sovrapposizioni tra i diversi tipi di sostegno.

La sinistra avrebbe voluto fissare il limite del fatturato al 70%. "Abbiamo bisogno di soluzioni, non di promesse", ha affermato in aula Regula Rytz (Verdi/BE). Il settore degli eventi, l'industria alberghiera e della ristorazione, il settore culturale e le fiere hanno un bisogno urgente di questo aiuto, ha sottolineato la deputata ecologista. I tentativi del campo rosso-verde di facilitare ulteriormente l'accesso agli aiuti sono però stati respinti.

Non ha avuto fortuna, anche se grazie al voto decisivo del presidente, la proposta di obbligare le società desiderose di ricevere un sostegno di impegnarsi per iscritto a non distribuire dividendi o altre regalie per l'esercizio preso in considerazione.

Sostegno ai club sportivi - La Camera del popolo ha poi accolto senza discussione la proposta di concedere fino a 115 milioni a fondo perso destinato alle società sportive professionistiche o semi professionistiche.

Le riduzioni degli stipendi più alti non dovrebbero essere basate su ogni singolo stipendio, ma sul reddito medio dei dipendenti direttamente coinvolti nelle partite. In questo modo, il Nazionale vuole evitare che i club rinuncino ai contributi perché alcuni giocatori rifiutano di accettare un taglio alla loro rimunerazione.

Una minoranza avrebbe voluto che anche i Cantoni partecipassero al finanziamento dei contributi non rimborsabili. Tuttavia, la loro proposta è stata respinta.

Lavoro ridotto - Per quanto riguarda l'estensione dei beneficiari delle indennità per lavoro ridotto, la Camera del popolo è rimasta fedele alla linea prudente del Consiglio federale, bocciando tutte le proposte del campo rosso-verde volte ad allargare ulteriormente la cerchia dei beneficiari per non sovraccaricare eccessivamente i conti della Confederazione.

A tale riguardo, il ministro delle finanze Ueli Maurer ha ricordato al campo rosso-verde che per l'assicurazione disoccupazione la Confederazione ha già messo a disposizione 20 miliardi. "non si può dire che non si sia fallo nulla", ha commentato il consigliere federale nel giorno del suo compleanno.

Potranno quindi beneficiare di un sostegno anche le persone con un contratto di lavoro a tempo determinato e gli apprendisti. Ciò è particolarmente importante per la prossima stagione invernale con le relative descrizioni delle mansioni.

Thomas Burgherr (UDC/AG) avrebbe voluto che il diritto alle indennità per lavoro ridotto previsto per i lavoratori temporanei si applicasse solo agli apprendisti, ma il plenum ha respinto la sua proposta restrittiva.

No anche a una proposta di Gerhard Andrey (Verdi/FR) che domandava che l'indennità per lavoro ridotto venisse aumentata dall'80 al 100% della perdita di guadagno per le persone con un salario netto inferiore ai 4000 franchi al mese. Ciò avrebbe dovuto consentire anche a queste famiglie di mettere da parte qualcosa.

Su richiesta della vodese Sophie Michaud Gigon (Verdi), il diritto all'indennità di disoccupazione parziale dovrebbe entrare in vigore retroattivamente al 1° settembre. Tale richiesta è stata adottata per il rotto della cuffia (96 voti a 95).

Multe per i riottosi della mascherina - La camera ha anche stabilito multe disciplinari fino a 300 franchi per le persone che non portano una mascherina protettiva, oppure non rispettano altre prescrizioni volte ad arginare il coronavirus.

Il democentrista Thomas Aeschi (ZG) chiedeva lo stralcio di questa aggiunta voluta dal Consiglio federale, sostenendo che gli agenti di polizia hanno ben altro da fare che punire i refrattari alla mascherina. Al voto, tuttavia, la sua proposta è stata respinta per 121 a 65.

Diversi oratori hanno espresso in ogni caso un certo scetticismo nei confronti di una disposizione che potrebbe minare l'accettazione, da parte della popolazione, delle misure protettive. Ad ogni modo, la disposizione votata oggi prevede anche eccezioni - esenzione della sanzione per esempio nelle zone pedonali - proprio per non irritare ulteriormente una popolazione ormai stufa della situazione attuale.

Il dossier va al Consiglio degli Stati che lo affronterà già domani.

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