Verstappen si sta meritando due titoli; il primo gliel'hanno quasi regalato
Ferrari, ora qualche successo: per la classifica e per il morale di Charles Leclerc.
STAVELOT - C’è un uomo in volo sopra il Mondiale di Formula 1. Tutti gli altri stanno con il naso all’insù a vederlo andare in orbita. Non è l’immagine trasmessa dalla TV prima del via del Gran Premio del Belgio, quando un uomo munito di zainetto volava sulla pista più bella del campionato. È l’immagine della gara, con Max Verstappen che ha viaggiato su un altro pianeta.
Inarrivabile. Inarrestabile. In molti lo hanno chiamato marziano. Max quest’anno si sta meritando anche il titolo che l’anno scorso gli hanno quasi regalato all’ultima prova. Non che non lo meritasse, ma il modo in cui è arrivato, lascia ancora molti mal di pancia in giro. Nel 2022 invece, dopo aver sofferto la Ferrari nelle prime gare della stagione, è diventato praticamente perfetto. Non sbaglia più nulla. Colleziona pole, cosa che non era tra le specialità della casa, ed è già a quota nove vittorie, le ultime due delle quali arrivate con due rimonte sensazionali (dal 10° posto in Ungheria e dal 14° in Belgio). E non provate a dire “facile con il missile che gli ha messo a disposizione Adrian Newey”, perché basta vedere la differenza tra le sue prestazioni e quelle del compagno di squadra...
Max sta facendo qualcosa di straordinario e riesce ad annullare i rischi. Qualche anno fa, scattando a centro gruppo avrebbe fatto l’autoscontro alla Source. Domenica invece è partito stando lontano dai guai e poi ha costruito la rimonta con una serie di sorpassi a rischio zero. Ha imparato a guidare “sicuro” e sfrutta la sua Red Bull in modo perfetto, un po’ come l’Hamilton con la Mercedes degli anni scorsi e Schumi con la Ferrari degli invincibili. Con 98 punti di vantaggio su Leclerc a 8 gare dalla fine del campionato non si vede come possa non vincere il Mondiale e non entrare nel club dei bicampioni, con la seria possibilità di continuare la serie visto che il regolamento non prevede altre rivoluzioni a breve.
Ma in tutto questo "festival Verstappen" che fine ha fatto la Ferrari? Anche a Maranello si stanno interrogando sulla perdita di prestazioni accusata prima in Ungheria e poi in Belgio, dove la lunghezza del tracciato ha amplificato i distacchi cronometrici. Binotto ha ragione a dire che un anno fa era nudo e oggi si sente in giacca e cravatta: la Ferrari è la macchina che più è migliorata, ma non è stato abbastanza per lottare per il titolo fino in fondo. L’importante è che nelle ultime otto gare della stagione torni in gioco per qualche vittoria di tappa. Per la classifica. E per il morale di Charles Leclerc, il predestinato che rischia di trasformarsi nell’amante tradito.