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Dopo 17 anni di hockey è arrivato l'addio: «Ma non mollo il mazzo, lo sport è il mio pane quotidiano»

Il difensore ticinese Giacomo Casserini ha deciso di mettere un termine alla sua carriera: «Ho già iniziato una formazione a Crissier per diventare personal trainer. Parallelamente ricopro anche il ruolo di assistant-coach della U16 della HC Vallais/Wallis Academy».
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Dopo 17 anni di hockey è arrivato l'addio: «Ma non mollo il mazzo, lo sport è il mio pane quotidiano»
Il difensore ticinese Giacomo Casserini ha deciso di mettere un termine alla sua carriera: «Ho già iniziato una formazione a Crissier per diventare personal trainer. Parallelamente ricopro anche il ruolo di assistant-coach della U16 della HC Vallais/Wallis Academy».
Nella sua carriera il ticinese ha difeso i colori di Ambrì, Ajoie, Visp e Sierre, vincendo due campionati cadetti, una Coppa Svizzera e centrando la promozione nella massima serie con i giurassiani. A livello individuale si è invece laureato TopScorer della Lega fra i difensori nel 2015.
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SIERRE - Nella giornata di ieri il difensore del Sierre Giacomo Casserini ha deciso di appendere i pattini al chiodo per motivi medici.

Il 35enne saluta così l’hockey giocato dopo 17 anni da professionista, in cui ha totalizzato 175 gare in National League (9 punti) e 485 in Swiss League (138 punti). «Nonostante un contratto ancora valido, ho deciso di mettere un termine alla mia carriera a causa delle conseguenze legate alla terza commozione cerebrale, che ho patito nella scorsa stagione», ha raccontato Casserini. «Ho riflettuto bene, ho 35 anni e non voglio rischiare di incappare nuovamente nello stesso infortunio, anche perché i sintomi possono diventare fastidiosi e cronici. Quando poi un giocatore perde l’energia e la giusta concentrazione, diventa inevitabilmente più soggetto ai ferimenti. Il mio corpo ha iniziato a darmi dei segnali e sono dell’idea che sia stato il momento giusto per smettere».

Quanto ti mancherà la routine dell'hockey?

«Si è chiuso un cerchio e chiaramente in questo momento sto provando una miriade di emozioni. Ho avuto la fortuna di vivere 17 anni da professionista e ho dei ricordi incredibili. Da un lato non sarà semplice, anche perché finora ho soltanto praticato questo mestiere e dovrò cambiare le mie abitudini dopo tanto tempo. Dall’altro ho le idee ben chiare su ciò che voglio fare e ho le motivazioni necessarie per intraprendere una nuova avventura. Ho già iniziato una formazione a Crissier per diventare personal trainer e parallelamente ricopro il ruolo di assistant-coach della U16 della HC Vallais/Wallis Academy. Rimanendo nell’ambiente avrò sicuramente meno difficoltà a staccarmi dalla vecchia realtà».

Il raggruppamento HC Vallais/Wallis Academy comprende i settori giovanili della parte romanda del Vallese - ovvero Sierre, Sion, Monthey-Portes du Soleil e Martigny, così come tutti i club più piccoli della regione - e in qualità di allenatore hai così la possibilità di condividere la tua passione per l’hockey.

«Ci tengo in particolar modo ad aiutare i giovani a crescere e a emergere nell’hockey, mettendo a loro disposizione tutto ciò che ho imparato nel corso degli anni. Mi dà anche una grande soddisfazione vedere i ragazzi che mi ascoltano e che si impegnano per migliorare. L'accademia con la quale collaboro, che è aperta a tutti i club vallesani, mira a strutturare e a rafforzare lo sviluppo dei giovani talenti del Cantone e la crescita dell'hockey locale. Esistono soltanto tre categorie (U16, U18 e U21), mentre i ragazzi più piccoli continuano a giocare nelle rispettive società d'origine. Sono soddisfatto di poter lavorare in un settore giovanile in qualità di coach, così non mollo il mazzo e resto nell'ambiente. Lo sport è il mio pane quotidiano e farei molta fatica a inserirmi in un contesto lavorativo diverso».

E la scuola di personal trainer?

«È una formazione specializzata nella performance e nel movimento sportivo, che mi permetterà di continuare a evolvermi in un campo che mi appassiona moltissimo. Sarebbe bello riuscire a diventare preparatore atletico di una squadra di ragazzi e magari un giorno aprire un’attività tutta mia, unendo le forze con la mia fidanzata che fa la nutrizionista e che si occupa di riflessologia plantare. L’importante è riuscire ad aiutare gli atleti a risolvere i loro problemi, mettendo a loro disposizione tutte le nostre competenze».

Cresciuto nell'Ascona e formatosi nel settore giovanile dell'Ambrì - con cui ha esordito in Prima Squadra - il 35enne ha militato 5 stagioni in NL con i biancoblù (2008/2013) e 12 in SL con Ajoie (2013/2021), Visp (2021/2022) e Sierre (2022/2025). Con i giurassiani ha conquistato una Coppa Svizzera (2020), così come due campionati cadetti (2016 e 2021), centrando anche la promozione nella massima serie.

«Con l’Ajoie ho vissuto un’esperienza magica durata otto anni. Insieme al club giurassiano ho condiviso le gioie sportive più importanti della mia carriera, vincendo una Coppa Nazionale - battendo il Davos in finale - due campionati cadetti e centrando una promozione. Anche individualmente mi sono tolto le mie soddisfazioni, dato che nel 2015 sono stato il difensore di SL che ha messo a referto più punti di tutta la regular season (29). In generale a Porrentruy mi sento a casa, anche perché la famiglia della mia ragazza, con la quale sto da undici anni, proviene dal Giura. L’Ambrì? È il club che mi ha permesso di diventare un giocatore e di militare per cinque stagioni nella massima serie. Ho vissuto dei momenti magnifici e sono riconoscente alla società».

E se ripensi a quando eri un bambino alla Siberia di Ascona?

«Se ripenso a tutte le emozioni mi viene il magone. Andavo alla pista a giocare tutti i giorni e con qualsiasi tempo. A questo proposito voglio ringraziare di cuore i miei genitori e mio fratello per essermi stati sempre vicini e per aver fatto tanti sacrifici. Senza di loro non avrei mai potuto vivere questa meravigliosa avventura. Infine, un pensiero va anche a tre grandi amici, sempre presenti nei momenti di difficoltà: Gane (Dragan), Benz (Enrico) e O’Sally (Ivan)».

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