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«Vinca e se ne vada»

In Brasile non vedono già l'ora che l'era Ancelotti volga al termine
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«Vinca e se ne vada»
In Brasile non vedono già l'ora che l'era Ancelotti volga al termine
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RIO DE JANEIRO - La scelta di puntare su un selezionatore straniero non ha mai fatto l'unanimità in Brasile. Malgrado sia il tecnico europeo più titolato al mondo, sin da subito Carlo Ancelotti ha dovuto convivere con un certo scetticismo (per usare un eufemismo): il popolo verdeoro avrebbe infatti gradito un tecnico locale, come tradizione vuole (l'italiano è soltanto il quinto straniero ad accomodarsi sulla panchina della Seleçao).

«Non mi piacciono gli allenatori stranieri nel mio Paese», ha detto durante il Forum degli allenatori brasiliani Emerson Leão, campione del mondo nel ’70 in veste di giocatore.

«Non volevo uno straniero per la Seleçao – ha invece dichiarato Oswaldo de Oliveira, vincitore nel 2000 del Mondiale per Club col Corinthians – Dopo che lui avrà vinto il Mondiale, che torni un brasiliano!».

Parole che non sono affatto piaciute alla Federcalcio verdeoro, la quale tramite una nota si è scusata con Ancelotti, che dal canto suo ha preferito non replicare.

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