Attenzione, continuità, concretezza: i bianconeri devono migliorare
Bottani e soci sono secondi in classifica dietro al Basilea.
LUGANO - Un gol siglato quasi allo scadere, un gol che modifica in positivo il punteggio, dovrebbe dare una botta di felicità alla squadra che lo segna. Non sempre è così.
Quello piazzato da Papadopoulos nel finale della sfida al GC ha infatti avuto un sapore agrodolce per il Lugano. Ha evitato la beffa contro un rivale non certo arrembante e ha fatto muovere la classifica, è vero; ha però reso ancor meno soddisfatti i bianconeri, fermatisi all’idea di aver perso due punti, piuttosto che di averne guadagnato uno.
Giusto così, in fondo, perché le Cavallette “scese” fino a Cornaredo sono sembrate tutto fuorché temibili. Hanno sfruttato un errore colossale dei ticinesi e su quello hanno impostato la loro partita. Ovvero, difendere e provare a ripartire in contropiede. Provare, appunto, perché di guai Saipi non ne ha passati. Il problema in tutto ciò è che Koutsias e compagni non hanno saputo sfruttare la loro evidente superiorità tecnica e tattica. Hanno tenuto la palla a lungo, ma solo raramente sono riusciti a rendersi pericolosi dalle parti di Hammel. E quando ci sono riusciti, nei primi 60’-70’, hanno (a volte clamorosamente) fallito, accendendosi veramente solo nel finale.
Di buono, in tutto ciò, c’è che una volta ancora il Lugano si è preso qualche punto negli ultimi minuti di un match. Segnale questo che, in bianconero, la benzina non manca e la tensione non blocca le gambe. Serve anzi da stimolo. Di note positive, per quel che riguarda la 24esima giornata, non ce ne sono però altre. Ci sono piuttosto le stonature: lo sbaglio che ha complicato la partita, un primo tempo giocato a ritmi non infernali e nel quale il Grasshopper non ha troppo faticato a difendere il vantaggio, le incertezze offensive… E per alcune di queste non si tratta di una novità. Ed è proprio su queste che a Cornaredo, dove il traffico dell’infermeria sta diventando un problema, dovranno lavorare parecchio. Riuscire a essere continui sull’arco dei 90’, non essere costretti a creare tantissimo prima di trovare la rete, blindare la difesa guidata da Hajdari… sembra scontato, è facile da dire, ma sono i particolari che fanno la differenza. Ancora più in una stagione come questa nella quale, classifica alla mano, letteralmente ogni squadra fino alla sesta-settima posizione può sperare di vincere il titolo.