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L’OSPITE - ARNO ROSSINI«Un'uscita del genere Balotelli non avrebbe dovuto farla»

09.11.22 - 08:00
Balotelli appicca il fuoco, il Sion getta la benzina
Imago
«Un'uscita del genere Balotelli non avrebbe dovuto farla»
Balotelli appicca il fuoco, il Sion getta la benzina
Arno Rossini: «Forse in Svizzera gli arbitri non sono eccellenti, ma di certo non sono dei mafiosi».
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SION - Tanti torti subiti, tanti calcioni presi, tanti insulti rimediati. A Sion, Mario Balotelli non sta certamente vivendo una stagione tranquillissima. Essere al centro dell'attenzione, preso di mira da avversari e tifosi, non è certo una novità per l'attaccante italiano. Quando anche gli arbitri - categoria che dovrebbe tutelarlo in campo - gli voltano le spalle, ecco che SuperMario perde però definitivamente la pazienza. Così si spiega la rumorosa uscita via social con la quale la punta classe ‘90 ha attaccato il calcio svizzero. “Mafia” e “vergogna” sono alcune delle parole usate dal giocatore dei vallesani, che è ovviamente finito sulle pagine dei giornali di mezzo mondo.

«Che ci siano cose che non funzionano, che ci sia del bello come anche del brutto nel nostro calcio, è certo - è intervenuto Arno Rossini - Un'uscita del genere, secondo me, Balotelli non avrebbe tuttavia dovuto farla. Posso capire la sua frustrazione ma, insomma, è appena arrivato: come fa a “definire” così nettamente il nostro pallone?».

Non sei d'accordo con quanto detto?
«La sostanza è assolutamente condivisibile. Gli insulti non sono tollerabili, mai. Soprattutto se a sfondo razziale. Gli errori in campo possono invece essere frutto di situazioni sfavorevoli, che però si verificano in ogni campionato. Basterebbe guardare a quello che succede in Serie A o in Bundesliga, per esempio. Spesso Mario è stato descritto come una persona che crea problemi ma io mi sono sempre schierato dalla sua parte. In questo caso, in ogni caso, mi sembra abbia esagerato. Il Sion ha ragione a protestare per i torti subiti ma, appunto, le rimostranze sarebbero dovute partire esclusivamente dalla società. Balotelli non avrebbe dovuto esporsi. È poi sicuramente scorretto il modo in cui si è pronunciato».

Citando la mafia, si può pensare alla malafede, a un disegno prestabilito.
«Proprio questo mi lascia perplesso e non mi trova d'accordo. Sono sicuro che da parte dei nostri arbitri non ci sia infatti la premeditazione a voler colpire Balotelli o il Sion».

C'è dunque solo imperizia?
«Ecco, di questo si può discutere. È vero che siamo in mezzo a un ricambio generazionale - che si trascina da un po’ - per quanto riguarda la classe arbitrale. È anche vero che questo, al momento, porta sui campi dei fischietti non preparatissimi. Ci sono dei limiti strutturali, c'è un po' di vuoto. Chi dirige una partita, poi, non è sicuramente troppo aiutato da chi è al Var. I professionisti di oggi, insomma, forse non sono eccellenti, di certo però non sono dei mafiosi. Con le sue parole, Balotelli si è tuffato in una pozza dalla quale è ora difficile uscire. Mi spiace, perché è un bravo ragazzo, e mi spiace anche perché, in questo momento, quello di cui avevano bisogno a Sion era semplicemente un po' di serenità. Per una volta che non hanno problemi con l'allenatore, che la squadra è buona e che Constantin non ha ancora dato di matto…».

Il Sion ha difeso il suo tesserato e prodotto le prove dei torti subiti, puntando nuovamente il dito contro la Lega.
«Tra il presidente e Mario, al Tourbillon c'è una miscela esplosiva. Nel Vallese non ci si annoia mai. Ma proprio mai mai».

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