Murray pentito: «Non mi sono mai goduto appieno la carriera»

Il britannico ha confessato di non aver gestito nella maniera ideale il suo periodo nel circuito Atp
Il britannico ha confessato di non aver gestito nella maniera ideale il suo periodo nel circuito Atp
LONDRA - Andy Murray non è riuscito a godersi appieno il suo periodo nel circuito, nonostante i 46 titoli vinti e l'aver raggiunto il livello dei tre mostri sacri Federer, Nadal e Djokovic. Lo ha ammesso lui stesso in un'intervista concessa al canale Youtube "The Romesh Ranganathan Show" (ripresa da tennisworlditalia).
«Non ero molto orgoglioso di ciò che avevo realizzato come giocatore - ha dichiarato lo scozzese - E subito dopo il mio ritiro, la mia percezione della mia carriera e dei miei successi è cambiata radicalmente. È un peccato, col senno di poi, avrei voluto essere un po' più indulgente con me stesso e godermi maggiormente la mia carriera».
Murray ha ammesso che la vita nel tennis è troppo frenetica. Aspetto che l'ha portato a non godersi appieno i successi: «È difficile, quando si cerca di raggiungere degli obiettivi, c'è sempre il prossimo torneo o la settimana successiva. La pressione per ottenere buoni risultati è già forte. È dura. Quando ho vinto le Olimpiadi di Rio nel 2016, ho finito la partita e tutto era finito. Ricevi la medaglia d'oro, fai qualche intervista e poi la sera stessa prendi un volo di 12 ore da Rio a Cincinnati per partecipare a un torneo che iniziava due giorni dopo. E via, si passa immediatamente a un'altra partita e a un'altra competizione. Avrei voluto godermi di più quei momenti. Quindi mi sarebbe piaciuto prendermi il tempo per godermelo appieno, perché non l'ho fatto e me ne pento».




