Davide Possanzini: "Arrivo a Lugano perché molto stimolato"

Il nuovo attaccante bianconero ha fatto la sua prima apparizione ufficiale nell’amichevole di mercoledì al Comunale contro il Chiasso per una settantina di minuti disputati e sensazioni molto positive
Il nuovo attaccante bianconero ha fatto la sua prima apparizione ufficiale nell’amichevole di mercoledì al Comunale contro il Chiasso per una settantina di minuti disputati e sensazioni molto positive
CHIASSO – Davide Possanzini, ex Brescia, ha finalmente rotto il ghiaccio. Dopo la firma del contratto, mercoledì eccolo scendere in campo per la sua prima partita con la maglia del Lugano. Sensazioni subito positive “perché sento di far parte di un team molto competitivo con il quale, spero e penso, ci potremo togliere delle belle soddisfazioni. Naturalmente bisognerà ancora lavorare, ma sono molto sereno perché vedo che i ragazzi sono talentuosi ed hanno voglia di far bene, guidati da un allenatore, Pane, che sa il fatto suo”.
E Possanzini come sta?
“Ovviamente non posso ancora essere al top della forma, erano sette mesi che non giocavo. Devo ritrovare la giusta condizione, per questo sto lavorando con grande assiduità per riuscire a mettermi alla pari dei miei compagni”.
Hai ottenuto tante soddisfazioni nella tua carriera di professionista, qualcuno però obietta sulla tua età, 35 anni…
“Ai più scettici dico che l’anagrafe non conta se hai il corpo che sta bene. Io, al di là di qualche acciacco, mi sento ancora in grado di dare qualcosa e quindi ho deciso di proseguire nel mondo professionistico”.
Arrivi a Lugano dove negli ultimi tre anni ha mancato per un niente la promozione…
“Mi rendo perfettamente conto di questa situazione, tuttavia non bisogna mai mollare ed anzi occorre essere ancora più determinati e credere sempre nelle proprie possibilità. La squadra c’è, ha bisogno solo di trovare la giusta amalgama, se si lavorerà bene in settimana, di sicuro arriverà anche il giusto premio, la vittoria”.
Quali i tuoi ricordi più belli in Italia?
“Tutti meritano il loro giusto spazio, sia quelli positivi che quelli negativi. Hanno tutti marcato una carriera costellata da tanti episodi che mi hanno fatto crescere sotto ogni punto di vista”.
Che tipo di attaccante sei? Al Comunale ti abbiamo visto spesso manovrare alle spalle di Senger.
“Posso variare a seconda delle esigenze tattiche, mi trovo bene come rifinitore ma anche, come in questo caso, come supporto alla prima punta. Non ho difficoltà in nessun settore. Importante è che io possa garantire la mia esperienza per aiutare un team che, come detto, è davvero competitivo”.
Una grande vittoria morale, lo ricordiamo, quella quando sei riuscito a dimostrare la tua buona fede nel famoso episodio del controllo antidoping.
“In un primo tempo il TAS di Losanna mi squalificò per un anno perché disse che mi ero presentato in ritardo ad un controllo antidoping in Italia. Ho lottato con tutte le mie forze per dimostrare la mia buona fede, il fatto di vedermi tolto quel peso, mi ha reso felicissimo. Sul mio conto, per questo episodio, sono state spese anche brutte parole che preferisco dimenticare”.
Foto d’apertura: Ti-Press/Davide Agosta







