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Fuggono dalla dittatura, ma uno di loro non riuscirà ad arrivare in Svizzera. Il giallo dell'estate

Torna la detective Delia Fischer, nata dalla penna di Monica Piffaretti
SALVIONI / TIPRESS
Fuggono dalla dittatura, ma uno di loro non riuscirà ad arrivare in Svizzera. Il giallo dell'estate
Torna la detective Delia Fischer, nata dalla penna di Monica Piffaretti

BELLINZONA - Torna sulla scena in 400 pagine a tutta suspence la detective Delia Fischer, creata dalla scrittrice ticinese Monica Piffaretti.

Il nuovo mistero, "Le idi di giugno" (Ed. Salvioni), avvolge un viaggio in treno da Barcellona verso la Francia. Siamo nel 1974. In una calda notte di giugno quattro studenti, sotto falsa identità, fuggono dalla dittatura di Franco ormai agonizzante. Vogliono raggiungere Ginevra, ma uno di loro in Svizzera non ci arriverà mai. Cosa accadde sul convoglio? Chi è il desaparecido del treno? Un cold case che l’investigatrice si ritrova sul tavolo e che è indubbiamente una missione impossibile: troppi gli anni trascorsi, lontana la terra spagnola.

Però Delia è Delia, tosta e testarda. Non si tirerà indietro, nemmeno quando scoprirà che la nuova cliente - che intende trascinarla in questa avventura - per lei non è una persona qualsiasi, ma la moglie del suo amante a intermittenza, l’ispettore madrileno Martinez. Un personaggio che già compare nei romanzi precedenti accanto agli altri collaboratori della Fischer Investigazioni di Bellinzona: la giunonica segretaria Marta Rigozzi, l’ex-bancario disoccupato Lio Regazzoni.

"Le idi di giugno" è il quarto caso investigativo, dopo "Rossa è la neve", "Nere foglie d’autunno" e "La memoria delle ciliegie", ognuno dei quali è dedicato a una stagione. Questa volta tocca all’estate e si completa così il quadrittico poliziesco di Monica Piffaretti. Un giallo, sì, ma anche molto di più: in azione due donne tenaci e irriducibili che cercano giustizia rovistando nella storia dell’ultima dittatura dell’Europa occidentale a cinquant’anni esatti dalla fine del regime e - dietro le pagine - un monito per il nostro tormentato presente che rigurgita funeste ideologie.

Il titolo richiama le idi di marzo fatali a Giulio Cesare e lancia il tema filo rosso del romanzo: il tradimento e le sue sfumature. Dice Delia in proposito: «Spesso il nero si mescola al bianco ed è nelle tonalità di grigio che viviamo veramente. La purezza non è di questo mondo».

"Le idi di giugno" e l’autrice saranno presenti al Festival del poliziesco svizzero il prossimo 18 ottobre a Berna e il primo caso verrà tradotto in tedesco dalla Casa editrice Neptun Verlag.

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