Roberto Vecchioni: «Dopo la morte di Arrigo iniziata un’altra vita»

Il cantautore torna sulla scomparsa prematura del figlio: «È stata una cesura, ma si impara soffrendo»
MILANO - Nel mese di aprile Roberto Vecchioni ha dovuto vivere il più grande dolore che possa capitare a un genitore: suo figlio Arrigo è morto, a soli 36 anni. Il cantautore ha parlato di quella scomparsa e di quella sofferenza in un’intervista al Corriere della Sera: per lui, la morte di Arrigo è stata «una cesura tra una vita e un'altra, lo è stato ancora di più per mia moglie».
Tuttavia Vecchioni non ha vissuto quanto gli è accaduto come un’ingiustizia. «Questo no, assolutamente no - ha continuato il cantante -. Mi viene in mente Eschilo che diceva: ‘Si impara soffrendo’. Forse dalla felicità non si impara un c…. Si impara solo soffrendo, sperando di tornare alla felicità. È stato il crollo del mondo, dell’universo, ma non di certezze e ideali. E poi lo sento dentro fortissimo, mio figlio. Lo sento intensamente, Arrigo, me lo rivedo dentro continuamente».
Anche se Arrigo, ha spiegato Vecchioni, era molto diverso da lui. «Il mistero che c'è, dentro un figlio o una figlia, è soprattutto quando lo vedi fare cose che non sono nelle tue consuetudini, non sono comprensibili per il tuo essere novecentesco - ha dichiarato l’artista - Lasci fare, ma non capisci. Quello per un figlio è un amore incosciente, non riesci a comprendere perché, ma sai che devi amarlo, sempre».



