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SVIZZERA«Economia svizzera resiliente, adeguata l'azione per Ubs/Cs»

05.04.23 - 00:00
Il Fondo monetario internazionale (FMI) giudica il settore economico e finanziario svizzero
Afp
«Economia svizzera resiliente, adeguata l'azione per Ubs/Cs»
Il Fondo monetario internazionale (FMI) giudica il settore economico e finanziario svizzero

BERNA - Concluse le consultazioni annuali con le autorità svizzere e il settore privato, il Fondo monetario internazionale (FMI) ha reso noto il proprio giudizio sul settore finanziario svizzero. Ne emerge - secondo quanto comunica il Dipartimento federale delle finanze - che «l’economia svizzera ha fornito una prova di resilienza nonostante un contesto difficile». Per il 2023, si prevede però una crescita rallentata, fino a un +0,8% e che l’inflazione si attesti ancora a valori superiori al 2%.

Tenendo conto dei rischi legati alla situazione congiunturale globale e ai mercati finanziari, l'organizzazione internazionale ritiene che la politica di bilancio, monetaria e finanziaria perseguita dalla Svizzera sia stata adeguata. E giudica infine positivamente l’azione delle autorità nell’ambito dell’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS.

Il dettaglio su Pil e inflazione - Secondo le stime degli esperti dell'organizzazione internazionale, il prodotto interno lordo (Pil) elvetico crescerà dello 0,8% quest'anno e dell'1,8% nel 2024. L'inflazione è attesa al 2,5% nel 2023 e all'1,9% nei dodici mesi successivi. In un contesto caratterizzato da pressioni inflazionistiche, il FMI ritiene che l’inasprimento della politica monetaria sia stato giustificato. La BNS deve agire sulla base di dati concreti e prendere in considerazione ulteriori aumenti dei tassi d’interesse se la pressione inflazionistica non dovesse attenuarsi. Simili interventi potrebbero limitare le previsioni inflazionistiche, anche se l’inflazione dovesse persistere.

Ubs/Cs - Come detto il FMI elogia l'azione, definita decisa, delle autorità in vista dell'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS. Washington si aspetta ora che la fusione venga attentamente controllata, anche alla luce della situazione della concorrenza interna al paese. Da questa vicenda vanno inoltre tratti insegnamenti per quanto riguarda la regolamentazione e la supervisione dei mercati finanziari, continua l'organismo istituito nel 1945 che auspica il riesame della normativa «too big to fail» per le banche di rilevanza sistemica, importante anche sul piano internazionale. Infine un monito a che la stabilità finanziaria sia priorità assoluta e a che l’evoluzione dei prezzi del mercato immobiliare venga tenuta sotto controllo.

Quanto invece al crollo di Credit Suisse, la delegazione del FMI ritiene essere dovuto ai mancati controlli interni e al fallimento della gestione del rischio, alle ripetute violazioni del diritto in materia di vigilanza, alle perdite economiche e, in definitiva, al deflusso di fondi degli investitori.

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