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STATI UNITIUBS ammette di aver aiutato ad evadere le tasse e paga 780 milioni di dollari

19.02.09 - 07:28
KEYSTONE AP Mark Lennihan
UBS ammette di aver aiutato ad evadere le tasse e paga 780 milioni di dollari

NEW YORK -  Ubs ammette di aver aiutato degli americani ad evadere le tasse e si accorda con le autorità statunitensi per pagare 780 milioni di dollari e fornire i nomi degli americani coinvolti, "aprendo una crepa nel segreto bancario svizzero", commenta il New York Times, secondo il quale i cittadini statunitensi coinvolti sarebbero 19.000.

Dei 780 milioni circa 400 sono per i pagamenti fiscali e 380 milioni per l'accordo raggiunto con la Sec. L'accordo prevede inoltre che Ubs cessi il più rapidamente possibile di offrire servizi bancari ad americani in possesso di conti non dichiarati al fisco.

Le autorità americane hanno avviato all'inizio di maggio un'indagine su Ubs negli Stati Uniti. Un ex banchiere dell'istituto svizzero, Bradley Birkenfeld, era finito nel mirino della giustizia americana e, davanti alla corte federale di Fort Lauderdale, Florida, si era poi dichiarato colpevole, confessando come Ubs aveva aiutato facoltosi clienti americani a evadere tasse su 20 miliardi di dollari.

In una testimonianza scritta, Birkenfeld aveva raccontato che la divisione di private banking di Ubs consigliava ai clienti americani di 'nascondere' denaro e gioielli in cassette di sicurezza svizzere, di acquistare opere d'arte e preziosi tramite conti offshore e di aprire conti sotto falso nome nei paradisi fiscali come la stessa Svizzera, il Liechtenstein, Panama, Hong Kong e Isole Vergini.

Con il 'servizio' fornito da Ubs erano stati occultati al Internal Revenue Service (Irs), il fisco americano, circa 20 miliardi di dollari, e a sua volta la banca ci ha guadagnato 200 milioni di dollari all'anno, aveva spiegato Birkenfeld, raccontando di aver accettato, in una occasione, di acquistare diamanti per un cliente americano utilizzando fondi svizzeri e di "aver esportato illegalmente le pietre negli Stati Uniti nascondendole in un tubetto di dentifricio".

L'accordo con le autorità - osservano i media - pone a rischio il segreto bancario svizzero definito, nel novembre scorso dal presidente di Ubs, Peter Kurer, "un'istituzione importante che non prendiamo affatto alla leggera e che non abbiamo mai violato". In ogni caso - aveva osservato ancora Kurer - "al contrario di quello che si possa credere, il segreto bancario non offre una protezione assoluta" dal momento che "una pretesa di protezione assoluta servirebbe assolutamente a nuocere il segreto bancario stesso".


 

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