18enne turca uccisa dai fratelli perché innamorata di un tedesco, condannato il padre
Caso di "delitto d'onore" che scuote la Germania
BERLINO - Sei anni e mezzo di carcere per complicità nell'omicidio della figlia, giustiziata da cinque fratelli perché colpevole di aver scelto di vivere "all'occidentale". I giudici di Detmold, in Germania, hanno condannato dopo quattro giorni di aula Fendi Oezmen, padre della 18enne Arzu, rapita, picchiata e poi uccisa con due colpi alla testa nel novembre del 2011 dai fratelli, che in nome dell'onore non condividevano la sua scelta di convivere con un ragazzo non curdo.
Secondo i giudici l'uomo avrebbe saputo delle intenzioni dei suoi figli - già condannati per l'omicidio in precedenti processi - e non avrebbe fatto nulla per impedirlo, rendendosi in questo modo complice dell'orribile delitto maturato nella comunità curda yazida, fortemente conservatrice. La stampa tedesca ha raccontato di come la sentenza sia arrivata con una certa sorpresa, considerata l'esiguità delle prove in mano all'accusa, suscitando rabbia e sconcerto tra i tanti amici e parenti di Fendi Oezmen.
I giudici hanno ritenuto colpevole l'uomo non tanto per un suo presunto ruolo attivo, quanto per non aver esercitato la sua autorità indiscussa nel fermare la mano fratricida dei suoi figli. "Non sappiamo cosa si siano detti (gli autori del delitto e il padre) in quelle telefonate, ma sappiamo cosa non è stato detto: 'voi non potete fare nulla ad Arzù", ha spiegato il giudice. In questo modo Fendi Oezmen ha ottenuto esattamente il contrario di quello che voleva, ha ammonito il giudice: ha distrutto la sua famiglia in nome dell'onore.
ats
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