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"Cecchini di Sarajevo", settimana prossima i testimoni in aula a Milano

I magistrati dovrebbero sentire anche l'ex agente dei servizi segreti bosniaci citato nell'esposto che ha fatto partire l'inchiesta
AFP
Fonte Ats Ans
"Cecchini di Sarajevo", settimana prossima i testimoni in aula a Milano
I magistrati dovrebbero sentire anche l'ex agente dei servizi segreti bosniaci citato nell'esposto che ha fatto partire l'inchiesta

MILANO - Inizieranno la prossima settimana le audizioni di testimoni in procura a Milano nell'inchiesta sul caso dei cosiddetti "cecchini del weekend", anche italiani, che pagavano per andare a uccidere nella Sarajevo assediata dai serbo-bosniaci tra il 1992 e il 1996.

Stando a quanto appreso dall'agenzia di stampa italiana Ansa, infatti, nelle indagini del Raggruppamento operativo speciale (Ros, organo investigativo d'élite dell'arma dei carabinieri) sono partite le prime convocazioni di testi.

Tra le persone da sentire, verosimilmente, anche quell'ex agente dei servizi segreti bosniaci, E. S. - indicato nell'esposto dello scrittore Ezio Gavazzeni, assistito dai legali Nicola Brigida e Guido Salvini - che ha già riferito di aver avuto contatti all'epoca con il Servizio informazioni e sicurezza militare (in acronimo SISMI, è stato un servizio segreto italiano, di natura militare).

L'ex agente ha spiegato che il SISMI avrebbe avuto informazioni proprio dai servizi bosniaci, a inizio 1994, che i «tiratori turistici» partivano da Trieste (Friuli-Venezia Giulia). E avrebbe «interrotto» quegli orribili "safari". L'ex agente bosniaco ha sostenuto pure che ci potrebbero essere carte conservate su interlocuzioni tra agenti segreti bosniaci e italiani e con tanto di "identificazioni" di quegli assassini.

Gli inquirenti, che hanno attivato pure canali internazionali per l'acquisizione di carte, puntano a verificare l'esistenza di documenti del SISMI (ora Agenzia informazioni e sicurezza interna/AISI). Già nelle denunce presentate dall'ex sindaca di Sarajevo, Benjamina Karic, poi, venivano indicati almeno cinque nomi di persone che parlarono della vicenda nel documentario Sarajevo Safari di Miran Zupancic del 2022.

Non è ancora arrivato, invece, in procura l'esposto del giornalista investigativo croato Domagoj Margetic. Denuncia, come annunciato, a carico del presidente serbo Aleksandar Vucic - nella quale si sostiene il suo coinvolgimento perché, all'epoca giovane volontario, sarebbe stato presente in una delle postazioni militari a Sarajevo.

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