Stupro di gruppo: Ciro Grillo e i suoi amici condannati a 8 anni

Così hanno deciso i giudici del Tribunale di Tempio Pausania nel primo grado di giudizio. La Procura aveva chiesto 9 anni di reclusione.
TEMPIO PAUSANIA - Otto anni. È la condanna per il presunto stupro di gruppo che è stata decisa dai giudici del tribunale di Tempio Pausania nei confronti di Ciro Grillo e dei suoi amici accusati di avere violentato una loro amica nella casa di vacanza del popolare comico e fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo.
Solo per un altro giovane, che faceva parte della compagnia presente la sera cui si riferiscono i fatti nella villa della famiglia Grillo, il giudice ha stabilito una pena di 6 anni e sei mesi.
ll collegio del Tribunale di Tempio Pausania, presieduto dal giudice Marco Contu, dopo 3 ore di camera di consiglio ha emesso la sentenza per questo primo grado di giudizio. Nessuno dei quattro imputati era presente in aula. Assente anche la principale accusatrice, la studentessa italo norvegese all'epoca 19enne.
Il collegio ha riconosciuto ai quattro le attenuanti generiche e deciso una provvisionale di 10mila euro da liquidare alle parti civili per Ciro Grillo, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta, di 5mila euro invece per Francesco Corsiglia. Quest'ultimo è stato condannato per stupro di gruppo ma assolto dall'accusa di aver molestato l'amica della studentessa italo-norvegese prendendo e diffondendo le foto a fondo sessuale scattate mentre la ragazza dormiva sul divano nella villetta della famiglia Grillo.
In sede civile verranno poi stabiliti i risarcimenti alle parti lese. Il pubblico ministero aveva chiesto 9 anni per tutti gli imputati.
L'udienza, inizialmente fissata il 3 settembre, era stata rinviata a causa di un lutto che aveva colpito il presidente del collegio dei giudici.
Gli avvocati difensori dei ragazzi condannati hanno sempre smentito la versione dell'accusa, sostenendo che si era trattato di rapporti consenzienti.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!