L'indiscreszione è del media locale Aftonblade, il 35enne aveva «problemi di socialità e mentali».
STOCCOLMA - «Tutta la Svezia è in lutto». Lo ha detto oggi re Carlo XVI Gustavo che, accompagnato dalla regina Silvia e dal primo ministro Ulf Kristersson, ha deposto fiori bianchi all'esterno campus Risbergska di Örebro - 200 chilometri a ovest di Stoccolma -, teatro martedì della «più grave sparatoria di massa della storia del Paese», come l'ha definita il premier.
Quel che si sa è che il 35enne presunto colpevole ha ucciso 10 persone prima di suicidarsi. E mentre manca ancora un movente, sull'uomo - che avrebbe agito da solo senza lasciare messaggi o rivendicazioni -, emergono i primi dettagli.
Quelli raccolti dai media locali che lo descrivono solitario, disoccupato, non amante delle persone, con problemi mentali, e quelli resi dai testimoni oculari: il 35enne non avrebbe sparato indiscriminatamente, ma avrebbe scelto chi colpire e chi no. Il tutto camminando tra i corridoi della scuola, dove regnava invece il panico degli studenti, che frequentavano il centro di formazione per adulti nella speranza di un futuro migliore.
Il porto d'armi e i fucili
Ma c'è di più, secondo il portale Aftonbladet, R.A. - queste le iniziali del presunto killer che anni fa aveva cambiato le sue generalità - sarebbe stato escluso dal servizio militare durante il periodo della leva, a causa della mancanza dei requisiti minimi in quanto a titoli di studio. E fin dai tempi della scuola elementare avrebbe mostrato problemi mentali e di socialità.
Problemi però che non gli avrebbero impedito di ottenere poi un porto d'armi. Tanto che, sempre secondo il portale svedese, ne possedeva uno per quattro fucili. E proprio una di queste armi, «un fucile da caccia», potrebbe essere stata usata dal presunto killer-suicida. «Si ritiene - scrive infine Aftonblade - che al momento del crimine avesse con sé tre fucili e un coltello», ma la polizia, interpellata dal giornale, al momento non conferma e non smentisce.