Solo l'anno scorso il regista aveva rivelato di soffrire di una grave forma di enfisema
NEW YORK - Una morte inattesa ha scosso le fondamenta del cinema. All'età di 78 anni è venuto a mancare David Lynch, uno dei pilatri della settima arte, tra i più acclamati, importanti e influenti registi del suo tempo.
L'annuncio è stato dato ieri dai familiari, con un breve post su Facebook: «È con profondo rammarico che noi, la sua famiglia, annunciamo la scomparsa dell'uomo e dell'artista David Lynch. Gradiremmo un po' di privacy in questo momento. C'è un grande buco nel mondo ora che non è più con noi. Ma, come diceva lui: “Tieni d'occhio la ciambella e non il buco”. È una bellissima giornata con un sole splendente e cielo blu dappertutto».
Solo l'anno scorso il regista - grande fumatore - aveva rivelato di soffrire di una grave forma di enfisema, tale da impedirgli di lasciare la propria abitazione e dirigere altri film.
Il grande (ma anche piccolo) schermo perde così uno dei più visionari, originali e influenti registi dello scorso secolo. Eraserhead - La mente che cancella, suo esordio nel lungometraggio, oltre che essere considerato un capolavoro del cinema mondiale è stato d'ispirazione per colleghi come Stanley Kubrick. Tra i suoi lavori più importanti si annoverano pellicole come The Elephant Man, Velluto blu e Mulholland Drive per le quali ha ricevuto tre nomination all'Oscar per la regia.
Il suo estro creativo si è manifestato nelle forme più disparate. Lynch è stato infatti anche un discreto musicista e pittore.
Il suo tocco ha lasciato il segno anche sul piccolo schermo. Negli anni '90, con I segreti di Twin Peaks rivoluzionò per sempre il mondo della televisione realizzando un prodotto che fece da apripista per le serie tv degli anni a venire, rendendo più sottile e sfumata la linea di demarcazione tra tv e cinema.
A 25 anni dalla messa in onda della prima stagione, nel 2017 è andato in onda Twin Peaks - Il ritorno, opera riuscita a meritarsi la proiezione al MOMA di New York e considerata da Cahiers du cinéma «il film più bello del decennio», pur trattandosi di un prodotto televisivo.