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ITALIADonna «fatta precipitare» dal cavalcavia sopra l'autostrada, fermato il compagno

30.05.24 - 16:03
Il 39enne indiziato ammette un «disagio» per la crisi di coppia, temendo di «non poter vedere più il figlio di tre anni avuto con la donna».
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Donna «fatta precipitare» dal cavalcavia sopra l'autostrada, fermato il compagno
Il 39enne indiziato ammette un «disagio» per la crisi di coppia, temendo di «non poter vedere più il figlio di tre anni avuto con la donna».

PADOVA - Giada Zanola aveva soli 33 anni. Il suo corpo è stato trovato privo di vita alle ore 3.30 del 29 maggio sulla carreggiata dell'autostrada A4 - direzione Milano -, in corrispondenza di un cavalcavia, a Vigonza (Padova).

Inizialmente si era ipotizzato potesse esserci un gesto volontario dietro a una così terribile fine: un salto di circa 15 metri dal ponte sopra le corsie autostradali.
Ma col passare delle ore qualcosa è cambiato e i sospetti si sono concentrati sul compagno della giovane, un 39enne padovano. Così i poliziotti della Stradale di Padova e Venezia e della Squadra Mobile della Questura di Padova hanno fermato l'uomo con l'accusa di essere indiziato di omicidio volontario aggravato.

Come riferisce nei dettagli la Polizia italiana, dopo aver interrogato il 39enne - ora in carcere -, gli investigatori hanno ipotizzato che l’omicidio potesse essere «maturato al culmine di una lite». È così che, successivamente, la giovane «sarebbe stata fatta precipitare sulla sede autostradale sottostante», per poi essere «travolta da un camion», a poco meno di un chilometro dall’abitazione della coppia.

A suffragare l'ipotesi della lite violenta il fatto che sul corpo del presunto colpevole - di professione camionista -siano stati rinvenuti «lividi ed escoriazioni». Ma non solo, l'uomo, nel corso dell'interrogatorio a cui è stato sottoposto, si sarebbe contraddetto, fino a crollare nella tarda serata di ieri, 29 maggio.

Il 39enne avrebbe infatti ammesso, davanti al magistrato, il suo «disagio» per la crisi di coppia e la conseguente preoccupazione di «non poter vedere più il figlio di tre anni avuto con la donna».

Domani (31 maggio) invece si procederà all'autopsia sul corpo della giovane mamma - originaria di Brescia -, anche per stabilire con esattezza quando sia sopraggiunta la morte, se prima o dopo quel tragico volo. Quanto al suo compagno, resta in carcere, in attesa dell’udienza di convalida del fermo.

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