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STATI UNITIRepubblicani chiedono la rimozione di Biden

09.02.24 - 16:30
Si appellano al 25/mo emendamento.
afp
Fonte ats ans
Repubblicani chiedono la rimozione di Biden
Si appellano al 25/mo emendamento.

WASHINGTON - Alcuni esponenti repubblicani hanno chiesto che si esplori la procedura per rimuovere Joe Biden, in base al 25/mo emendamento della costituzione, introdotto dopo l'assassinio di John F. Kennedy per sostituire il presidente Usa in caso di morte, destituzione, dimissioni o incapacità.

È lo stesso emendamento ventilato più volte per rimuovere Donald Trump durante il suo mandato. Lo riportano i media Usa.

I senatori repubblicani Rick Scott, Mike Lee e Josh Hawley hanno invocato il 25/mo emendamento su X, idem i deputati Mary Miller, Marjorie Taylor Greene e Mike Collins. Claudia Tenney ha scritto anche una lettera al ministro della giustizia criticando le conclusioni del procuratore speciale Robert Hur, che non ha raccomandato accuse al presidente per la gestione incauta di documenti classificati: «Biden deve essere incriminato, oppure deve essere rimosso. Non c'è via di mezzo». Anche numerose altre figure di destra di alto profilo, come il fondatore di Turning Point Usa Charlie Kirk, il conduttore di un programma radiofonico Mark Levin e l'ex governatore del Wisconsin Scott Walker hanno suggerito di applicare il 25/mo emendamento. Più cauti per ora i vertici del Grand Old Party, anche se lo speaker della Camera Mike Johnson ha definito Biden «inadatto allo Studio Ovale».

Il 25/emendamento consente di rimuovere il presidente senza che sia necessario elevare accuse precise. E' sufficiente che il vice presidente e la maggioranza del governo trasmettano una lettera al Congresso sostenendo che il presidente non è in grado di esercitare i poteri e i doveri del suo ufficio. In tal caso gli subentra il vicepresidente. Se il presidente si oppone, a decidere è la Camera, con i due terzi dei voti. Il caso più noto in cui si è fatto ricorso a questo emendamento è quando il vicepresidente Gerald Ford nel 1974 prese il posto di Richard Nixon, dimessosi dopo essere stato travolto dallo scandalo del Watergate.

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