La confessione nella notte. «Ho ucciso Giulia» ha detto il 30enne Alessandro Impagnatiello ai magistrati che lo stavano interrogando.
Dopo l'omicidio chiama l'amante:«Ora sono libero».
SENAGO - Ha ucciso la sua fidanzata incinta di sette mesi. Giulia Tramontano, la ragazza di Senago scomparsa tra sabato e domenica scorsa, è stata trovata morta intorno alla una di giovedì notte.
Il compagno, Alessandro Impagnatiello, di 30 anni, che lavorava all'Armani Bamboo di Milano, ha confessato davanti agli inquirenti che lo stavano interrogando.
Il cadavere della ragazza era nascosto dietro a dei box vicino alla villetta dove la coppia viveva, all'interno della quale la Polizia scientifica ha rinvenuto delle tracce di sangue.
Il fidanzato era rientrato a casa intorno alle 22.00: nell'abitazione c'erano già gli uomini della polizia, che dopo avere cercato invano la ragazza lungo il canale Villoresi che scorre lì vicino sono rientrati nell'appartamento. Il fidanzato non ha retto alle domande sempre più insistenti degli inquirenti ed è crollato poco prima della una della scorsa notte ammettendo l'omicidio.
Su di lui pende anche l'accusa di occultamento di cadavere. Agli investigatori ha raccontato anche di avere tentato di dare fuoco al corpo della fidanzata. Dopo averla uccisa a coltellate ha telefonato all'amante chiedendo di incontrarla: «Ora sono libero» le avrebbe detto. Ma la donna, impaurita, ha respinto l'invito.
La povera Giulia aveva scoperto di essere stata tradita dal compagno: la donna con cui quest'ultimo aveva instaurato una relazione era rimasta incinta ma aveva deciso di interrompere la gravidanza.