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CORONAVIRUSArrivi dalla Cina: sempre più Paesi chiedono il tampone negativo

01.01.23 - 08:41
Il 4 gennaio l'Unione europea discuterà una risposta congiunta al tema
keystone-sda.ch / STF (MARK R. CRISTINO)
Fonte Ats Ans
Arrivi dalla Cina: sempre più Paesi chiedono il tampone negativo
Il 4 gennaio l'Unione europea discuterà una risposta congiunta al tema

STOCCOLMA - I paesi dell'Ue si incontreranno mercoledì 4 gennaio per discutere una risposta congiunta al tema dei viaggiatori provenienti dalla Cina, dopo l'impennata di casi di Covid nel Paese. Lo ha annunciato la Svezia, che assume la presidenza del semestre Ue.

«La Svezia sta cercando una politica comune per l'intera Ue circa l'introduzione di possibili restrizioni all'ingresso», ha dichiarato in una nota il governo di Stoccolma, che ha convocato per mercoledì una riunione del meccanismo di gestione delle crisi del Consiglio (Ipcr): «È importante mettere in atto rapidamente le misure necessarie».

Dopo la brusca interruzione da parte di Pechino della draconiana politica "zero Covid", e la successiva esplosione dei contagi, alcuni stati membri dell'Ue, come Italia, Francia e Spagna, hanno deciso d'imporre test ai viaggiatori provenienti dalla Cina. Così come hanno fatto diversi Paesi asiatici, gli Stati Uniti e così via. Il Canada ha annunciato che richiederà ai viaggiatori in arrivo dalla Cina di mostrare un test al Covid negativo effettuato non più di due giorni prima della partenza. Lo hanno reso noto le autorità in comunicato.

La Germania, pur affermando di non aver ritenuto necessario imporre l'obbligo di test, sta pensando a un sistema coordinato per monitorare le varianti del Covid negli aeroporti europei.

La scelta dell'Australia - L'Australia si aggiunge alla lista dei paesi che chiederanno ai viaggiatori dalla Cina di fornire un test Covid-19 negativo prima dell'arrivo, citando una «mancanza di informazioni complete» da parte di Pechino sull'ondata di casi nel Paese asiatico.

Il ministro della Sanità australiano Mark Butler ha detto che la norma, che entrerà in vigore dal 5 gennaio, è stata introdotta «per salvaguardare l'Australia dal rischio di potenziali nuove varianti emergenti» e «in riconoscimento della situazione in rapida evoluzione in Cina».

Sebbene oltre il 97% degli adulti australiani abbia ricevuto almeno una dose di vaccino anti Covid-19, a Canberra si teme che le autorità cinesi non condividano adeguatamente i dettagli sui numeri dei casi o sulle varianti in circolazione. «Questa misura è in risposta alla significativa ondata di infezioni da Covid in Cina e al potenziale di varianti virali emergenti in quel Paese», ha affermato Butler. «Fortunatamente in Australia abbiamo un accesso prontamente disponibile a vaccini e trattamenti e un'elevata immunità di base della popolazione», ha aggiunto.

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COMMENTI
 

Mox 1 anno fa su tio
Covidiotismo reloaded

Isone 1 anno fa su tio
Non vedo cosa ci sia di strano. Fino all'altro ieri dovevamo fare il tampone anche per andare in vacanza nel resto dell'Europa.

MC 1 anno fa su tio
Sarebbe la cosa più sensata da fare
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