Droni iraniani seminano distruzione in Ucraina: perché la Russia li sta usando così tanto

La presunta vulnerabilità al freddo degli apparecchi non si starebbe rivelando un grosso problema, come testimoniano gli ultimi attacchi
La presunta vulnerabilità al freddo degli apparecchi non si starebbe rivelando un grosso problema, come testimoniano gli ultimi attacchi
KIEV - I droni, pare di fabbricazione iraniana, sono stati i protagonisti dell'attacco notturno compiuto dalla Russia nella regione di Kiev. In questa fase del conflitto sono lo strumento che gli occupanti stanno utilizzando maggiormente per seminare morte e distruzione in Ucraina.
Il vantaggio dei droni - Yuriy Ignat, portavoce del comando dell'aeronautica delle forze armate ucraine, ha spiegato all'agenzia stampa Unian il perché di questa scelta. Affinché i sistemi di difesa aerea funzionino in maniera efficace, è necessario vedere il bersaglio. Questo vale sia per le armi leggere, per i cannoni e per le mitragliatrici di grosso calibro, in grado di abbattere l'apparecchio nemico quando entra nel suo campo visivo.
«Tutto questo è un sistema» di difesa aerea, aggiunge Ignat, «che traccia e rileva». Di notte, ovviamente, la visibilità diminuisce. «Se è buio, questi non sono i mezzi che possono funzionare con il tracciamento visivo. Quindi il nemico» fa ricorso ai droni proprio per avere questo vantaggio. Quelli iraniani sarebbero i "preferiti" dal Cremlino: «Iniziano alle 22.50, poi alle 23 e fino alle 5 possono lanciare quei droni».
Sensibili al freddo - Le forze russe hanno fatto un uso massiccio dei droni a partire dall'estate, salvo una pausa durata diverse settimane, che è stata addebitata a una presunta vulnerabilità alle basse temperature dell'aria. Il possibile congelamento della fusoliera non si è dimostrato un problema insormontabile, come hanno dimostrato gli ultimi attacchi. Da settembre a oggi sarebbero stati impiegati oltre 400 droni, la maggior parte dei quali sono stati abbattuti dalla difesa aerea ucraina.
La nuova fornitura - Sabato Kiev aveva comunicato che la Russia avrebbe ricevuto un nuovo lotto di droni da Teheran, mentre in precedenza era stata l'intelligence britannica a confermare l'invio di tali dispositivi. Una partita «più piccola delle precedenti», aveva sottolineato nell'occasione Andrii Yusov, un rappresentante della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa. Russia e Iran avrebbero concordato la produzione di droni sul territorio della Federazione russa. Ma il Cremlino vorrebbe di più da Teheran: «Ad oggi, non abbiamo visto missili balistici iraniani in Russia per l'uso in Ucraina. Ma una tale possibilità esiste». Yusov afferma di essere a conoscenza di accordi precedenti e degli «enormi sforzi che i russi stanno compiendo per ottenere tali missili».








